IL COMMERCIO ESTERO DELL' ITALIA ED IL PROTENZIONISMO 163 sindacato siderurgico dominanti nella <Confederazione Generale dell' Ipdustria Italiana > sono quasi riusciti a persuadere gli industriali meccanici che è nel loro interesse di pagare più caro il ferro e l'acciaio fabbricati in Italia con carbone e rottami importati dall'estero, invece che ricavarli direttamente dai paesi in cui le ferri ere e le acciaierie costituiscono una industria naturale, e non artificiale, come è in Italia. Tuttavia sembra che questo colossale inganno non debba continuare a lungo. Già vi sono industriali meccanici, i quali cominciano a trovare ingiusta e gravosa la soggezione in cui il vigente regime doganale li pone per rispetto al sindacato della siderurgia. Nel <Sole> del 22 febbraio scorso, il sig. Ferdinando Tosi, di Adria, industriale meccanico, faceva sentire giustissimi e vivissimi lamenti per la < disastrosa condizione > in cui si trova < la piccola e media industria metallurgica> ed in special modo quella che fabbrica gli strumenti di precisione, < forse perchè essa non ha nelle sfere superiori dei valorosi patrocinatori >, per il mancato rifornimento della materia prima da parte dei grandi stabilimenti siderurgici. Ecco testualmente come scriveva il signor Tosi : < Le piccole e medie industrie metallurgiche, tutte sommate, costituiscono una massa ragguardevole di capitali ed occùpano un buon numero di operai ; esse hanno pure il diritto di lavorare e -di vivere, mentre oggi, per l'assoluta mancanza di materie prime, sono costrette a licenziare il personale e chiudere le officine>. < Le ferri ere italiane sono attualmente in tali condizioni che possono, quando vi trovano il loro interesse, non assumere ordini, nè di laminati nè di lamiere (in special modo di lamiere sottili), e se lo fanno non fissano alcun termine di consegna. Conseguenza di ciò, il continuo rincaro dei ferri, cosicchè le piccole e medie industrie non potendo far fronte alle spese del personale ed agli altri oneri, comprese le tasse, sono costrette in vari casi a mettere in liquidazione aziende per non vedersi trascinate al fallimento >. Le ·stesse lagnanze pubblicamente espresse dal signor Tosi mi sono state privatamente manifestate dall'Amministratore delegato di una importante Trafileria italiana, il quale mi ha anche largamente documentato il cattivo trattamento fatto dalla nuova Tariffa doganale ali' industria nazionale delle trafilerie. La materia prima di cotesta ind14stria è essenzialmente il ferretto-vergella, che la v~cchia Tariffa tassava ali' importazione col dazio di lire 7 per quintale, per lo spessore comunemente usato di millimetri 5 ~-; 2 • La nuova Tariffa doganale, al n. 286-c. 2, ha invece stabilito, per i ferrettivergella aventi in sezione uno o più lati o diametri di 8 millimetri e mezzo o meno, ma più di 4 millimetri e mezzo, il dazio generale di lire-oro 8 per quintale, più il coefficiente di 0,8, vale a dire complessivamente un dazio generale di lire-oro 14,40 per quintale. Biblioteca Gino ·Bianco ...
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