LO SPAURACCHIO BOLSCEVICO 155 (sopratutto di mano d'opera) elevati e prezzi di vendita bassi; oggi invece si trova con costi di mano d'opera bassi e, viceversa, con prezzi di vendita fissati su mercati· a moneta pregiata, e, cioè, molto elevati. La situazione si è capovolta, e siamo perciò, economicamente, al punto della revulsione. Il primo segno, tangibile, di essa potrebbe trovarsi nella compressione evidente che, proprio in questo ultimo mese, lo Stato ha intrapreso, attraverso la maschera della speculazione di borsa, contro l' in- . . sieme dell'economia industriale. Pare che esso avverta che l'interesse pubblico (o < nazionale >) non coincida più interamente con il successo della produzione, conquistata sulla miseria di chi lavora e di chi consuma. D'altro canto esso sa bene che l'economia privata è ormai pingue; i primi scioperi fascisti sono l'avvisaglia pratica di questo giudizio; e-, a buon conto, la immunità tributaria delle riserve (deliberata in coincidenza . con lo sciopero metallurgico) denuncia e nello stesso tempo rende di-- · sponibili i redditi accumulati. * * * I L'accordo (economico: cioè contingente) intervenuto fra Corporazioni e Confederazione del Lavoro in occasione appunto dello sciopero metallurgico, e il crescente processo di unità sindacale che si avvera, sono ·1atti altamente sintomatici. Essi indicano che il ritrasferimento di larghi margini di ricchezza accumulata dal possesso delle minoranze capitalistiche alle grandi masse dei lavoratori e con_sumatori, non è più molto lontano; e che quindi, sotto questo aspetto, si avvicina l'ora della socialdemocrazia. Nei suoi termini reali, ossia come movimento che agisce nell'equilibrio economico, questa non consiste in altro che in una distribuzione e redistribuzionè del reddito nazionale, operate a favore delle classi più nu1nerose e più povere ; e, in questo senso, essa appare, ineluttabilmente, ogni qualvolta si sono forma te (ed è appunto la politica conservatrice che le forma) delle sufficienti riserve di capitalizzazione. La socialdemocrazia è la figlia naturale_ della ricchezza. È ben possibile, s\, che l'accumulazione venga meditatamente dispersa in spese di lusso collettiyo : guerre, imprese coloniali, grandi prestiti all'estero ecc. ecc.; ma comunque, anche in questa ipotesi (che però non è affatto la nostra: la nostra borghesia è nella fase, pacifica e utilitaria, dell' enrichissez-vous) il solido terreno per una azione di democrazia risulta chiaramente predisposto. La politica di domani andrà ad occuparlo. Vedremo, nella azione locale e in quella generale, affacciarsi, sotto le forme più diverse, le richieste di più alte remunerazioni per i lavoratori, di più bassi prezzi per i consumatori, e di più tenui imposte per i.contribuenti minori. E le richieste saranno, genericamente, esaudite : lo saranno perchè è ormai possibile e, in un certo senso, anche facile (per un certo tempo) esaudirle ; e, anche, perchè il soddisfarle vuol dire costituire un argine alla deviazione della lotta verso forme più acute e più sterili nello stesso tempo. Biblioteca ·Gino Bianco
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