154 LA CRITICA POLITICA ~ome somma di prodotti reali, sta risorgendo. Lo Stato che, come ge- -store di produzioni o come strumento di opere improduttive, è oggi il suo più temibile concorrente, la ha protetta e incoraggiata sotto tutti gli aspetti. È cessata l'emulazione tra l'uno e l'altro per l'accaparramento ..d.ei capitali disponibili sul mercato: Io Stato .non ricorre più che in misura molto scarsa a nuovi prestiti ; e, viceversa, i nuovi investimenti in società industriali (che non sono che una parte del tutto, e· sia pur cospicua) si sommano oramai a. molti miliardi. Il fisco si è 1nozzato le .unghie: l'anonima pare inviolabile. Dopo i notissimi provvedimenti per l'abrogazione della no1ninatività dei_ titoli e dell'imposta speciale sui redditi degli amministratori, direttori generali, ecc. ecc., siamo ora a una & altra grossa misura estremamente favorevole : l' immunità tributaria degli utili passati a riserva. Frattanto la lira che si svaluta - e v'è dubbio, -ormai, che questo sia una meditata politica di governo, di perfetto sapore capitalistico ? - funziona come un grande permanente premio di esportazione pagato, a favore degli industriali, dai salariari e dai consumatori tutti insieme. Il sacrificio imposto a quelli e a questi, che messi assieme fanno poi, semplicemente, il paese, è stata l'arra versata affinchè, senza uscire dal terreno dell'impresa privata e del profitto, fosse possibile che l'economia industriale - la nostra economia industriale: con i suoi ammortamenti e non con altri, con la sua capacità (o incapacità) e non con altra - si rialzasse. Oggi il fatto è compiuto. La marcia dei ricchi sulla ricchezza si è avverata. E si sono cos} ricostituite delle zone notevolmente larghe di disponibilità di reddito, su cui possono avvenire altre ripartizioni, diverse da quella, strettamente capitalizzatrice e conservatrice, che è stata seguita fin qui. Il fatto, in sè e per sè, è inoppugnabile. Proprio in questi giorni vengono pubblicate per esteso le relazioni sull'andamento delle società industriali: è tutto un inno al crescente sviluppo della produzione: banche e industrie celebrano di perfetto accordo, e ciò è ben sintomatico, i proprii' comuni fasti. Il lavoro procede in pieno. Esso serve il mercato interno, i cui bisogni sono, sia pure, limitati dall'abbassato tenore di vita delle grandi masse, operaie e piccolo-borghesi; e serve anche, in misura sempre maggiore e sopratutto per alcuni rami d' industria (i tessili, i meccanici ecc.) i mercati forestieri. Qui è anzi un punto importante di questo trapasso industriale. Nei limiti in cui le condizioni di vantaggio d'un gruppo di industrie possono stabilizzarsi, conviene riconoscere che alcuni rami della nostra produzione poggiando sulla esiguità dei salarii, hanno conquistato una ottim_a posizione : nel senso che sono ormai i consumatori esteri e non già i consumatori italiani, che contribuiscono ad alcuni aspetti della nostra crescente capitalizzazione. Dal punto di vista nazionale, e nella attuale congiuntura, vi è cosl un guadagno netto. Giunta a que·sto limite la produzione interna ha toccato il proprio maximum : essa era partita, cinque sei anni fa, con costi di produzione Biblioteca Gino Bianco
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