.. Lo spauracchio bolscevico La situazione attuale è ancora dominata e consolidata dall' incubo del biennio famoso : 1919-1920. Utilizzando quel ricordo il fascismo affaccia, non senza efficacia, lo spettro comunista, per tener strette a sè le classi borghesi e medie borghesi. Allo stesso scope anche alcuni elementi dell'opposizione espongono gli" stessi motivi. Il Mondo, guidato da un sicuro istinto liberale, afferma quotidianamente che, se quei due anni sono due anni comunisti, di pericolo comunista non v'è traccia sull'orizzonte dell'avvenire. L'on. di Cesarò in un coraggioso articolo propone senz'altro che la democrazia faccia ammenda dei peccati c_ommessi in quel tempo e, riconosciuto l'errore, prometta di non ricadervi mai più. Ai socialisti unitarii, che si trovano oggi in una posizione impeccabile, la logica riformista suggerisce la aperta sconfessione dell'atteggiamento allora tenuto dalla classe operaia. Tutto ciò è perfetto. Si potrebbe forse osservare che, rinnegando in toto il < bolscevismo >, si rinnega il primò sforzo fatto dai lavoratori italiani per sollevarsi ad una loro propria politica autonoma, ciò che storicamente fu per avere (e avrà anche in futuro) una influenza incalcolabile. Ma concediamo pure : i vinti sono vinti; e tutto ciò è perfetto. Si vuole aggiungere ancora, a ulteriore giustificazione di tante palinodie, che effettivamente il <bolscevismo> per un lato peccò ? e fu quando, invece di costituirsi volontariamente quale nuovo depositario dei valori nazionali, coincidenti con quelli del lavoro, li repudiò in blocco tutti quanti ? Si dia, e si conceda, anche questo. Però, subito dopo, è necessario fare un rilievo, che ha, viceversa un valore pregiudiziale : ossia che, deprecabile o non deprecabile che sia questo biennio· famoso, la sua ripetizione ne è ormai assolutamente e radicalmente impossibile : diciamo, impossibile. Di questa affermazione non possono dubitare che coloro, i,,quali ritengono che tutta la nostra crisi dell' itnmediato dopo guerra non sia stata che un prolungarsi dell'originario contrasto fra interventisti e neutralisti. È evidente che ai ceti conservatori fa comodo presentare il problema in tali termini : perchè l'opposizione fra interventisti e anti interventisti diventa poi quella fra nazionali e antinazionali, e, dacchè vi è storia moderna e lotta di partiti e di ceti, i gruppi conservatori si sono, sempre, identificati con la < nazione >. Ma è anche evidente che in quei termini il problema è semplicemente assurdo. Non si dice già che, nel gran cozzare· di interessi e di volontà disparate che occuparono di sè i iblioteca •Gino Bianco
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