La Critica politica - anno V - n. 3 - marzo 1925

136 LA CRITICA POLITICA derabile. che l'on. Giovannini precisasse se intende riferirsi at 1919 o al periodo del 1921-22-23 e 24 durante il quale non lesinò al fascismo la sua operosa collaborazione. Sempre con riferimento ai liberali che costituiscono l'opposizione nell'aula, meritano di essere rilevate le affermazioni dell'on. Barbiellini in merito alle relazioni tra i fascisti e il Governo Giolitti nelle elezioni del 1921, tanto più che in merito ad esse l'on. Giolitti, presente, ha taciuto, mentre protestava poi vivacemente contro l'altra accusa, pronunciata dallo stesso deputato, di aver lasciato, durante al suo governo, insultare la divisa militare. Ecco le parole pronunciate dall'on. Barbiellini: " Ho detto che le violenze più forti sono state compiute nel 1921, in tempo di elezioni. Allora il Governo aveva bisogno di violenze ,,. Altri episodi significativi di questa ripresa parlamentare : le congratulazioni degli on. Salandra, Riccio e di altri liberali all'on. Acerbo per le parole pronunciate in sua difesa dopo un attacco dell'on. Maffi (si sa come sulla stampa l'on. Acerbo sia stato fatto oggetto, dopo il delitto Matteotti, di molteplici accuse, delle quale l'on. Maffi si è fatto alla Camera semplice portavoce) ; la partecipazione dell'on. Orlando e dei deputati combattenti che fanno capo all'on. Viola alla manifestazione della Camera per l'on. Mussolini, malato. L'on. Federzoni ha chiuso la discussione con un discorso notevole solo per la olimpica serenità con cui ha sostenuto che il Governo non ha soppresso nè la libertà di stampa, nè· la libertà di riunione, nè la libertà di associazione; le ha soltanto limitate. Il che per lui - e, s' intende, anche per il Governo - è anche un modo di garantirle. Lo sciopero metallurgico. · Il corporativismo faacista ha da~o ai ben pensanti la poco gradita sorpresa di uno sciopero su vasta scala, -per tre o quattro giorni vivacemente combattuto. Una rossa fiammata che ha dato a pensare. Che si volesse fare sul serio ? A un tratto s'è saputo che tutto era concluso e definito con una lira e 28 centesimi di aumento~: una miseria tenendo conto dell'aumento verificatosi nel costo della vita. Se il fascismo non è riuscito a realizzare la collaborazione tra capitale e lavoro per cosl poco e ha dovuto ricorrere allo sciopero, figuriamoci quando sorgessero fuori questioni più grosse ! Il più grave è che conclusa la vertenza, la maggior parte degli operai continuò a restar fuori degli stabilimenti, mentre in altre località si continuava a scioperare o addirittura si incominciava. Lo sciopero iniziato per ordine delle Corp~razioni fasciste veniva continuato infatti in nome della Fiom, la vecchia organizzazione sindacale rossa la quale era oramai considerata fuori causa come res nullius. Per porvi fine c'è voluto da parte dei fascisti la minaccia di far rientrare gli operai negli stabilimenti a mezzo di speciali squadre di rastrellamento e l'ordine da parte della Fiom di cessare il movimento. Non sappiamo quale delle due disposizioni abbia avuto maggior peso. Il fatto è, intanto, che il ll'!ito della pacificazione sociale è pur esso finito. E se ne vedranno le conseguenze. Un poco ogni giorno la vita riprende .... ' NOJ La migliore propaganda dei nostri principii si fa di// ondendo la CRITICA POLITICA. Biblioteca Gino Bianco

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