La Critica politica - anno V - n. 3 - marzo 1925

100 LA CRITICA POLITICA materia basta dar tempo al tempo. Poi ci si può accorgere di essere arrivati ad un punto dal quale non è possibile recedere. È un fatto, intanto, che nessuno dei gruppi politici partecipanti all'Aventino ha fatto dell'astensione una condizione pregiudiziale per mantenere l'unione. E là dove i più intransigenti hanno affermato le loro preferenze per l'astensione, hanno poi in linea subordinata ammesso la tesi della partecipazione nel caso in cui per l'astensione non si raccogliesse l'unanimità dei consensi. Un solo gruppo potrà così decidere della partecipazione di tutti I Ora non è ammissibile che sia cosL L'inverso dovrebbe essere .. Se il blocco non si mantiene sul terreno astensionista, non può essere mantenuto sul terreno della partecipazione. La decisa volontà partecipazionista di un gruppo potrà rendere in.evitabile la partecipazione elettorale di tutti gli altri gruppi. Non dico di no. Ognuno valuterà, al mo- . mento opportuno, le proprie possibilità e la propria convenienza e si · regolerà in conseguenza. Ma il significato della partecipazione sarà ben diverso; nessuno· si formerà dubbi e illusioni stil valore politico delle elezioni ; nessuno si attenderà da esse quello che non potrebbe assolutamente venire: la sconfitta del fascismo e la vittoria delle opposizioni. Le battaglie si hccettano, ma a condizioni di parità. E non s'impegnano a fondo dove, queste mancando, la sconfitta è sicura. Perchè qualcuno s'illude, non è proprio un dovere illudersi tutti. In una adunanza del Comitato di controllo democratico vi fu chi disse che le prossime elezioni, colla partecipazione dell'Aventino, assurgeranno al valore di un plebiscito. Chi così pensa non tiene presente il meccanismo della nuova legge elettorale. E ignora, altresì, la storia politica italiana dalla costituzione dello Stato unitario ai nostri giorni. Saprebbe, altrimenti, che non si è mai dato, diciamo mai, il caso di un governo che, avendo fatto le elezioni, ne sia uscito battuto. Con nessun sistema elettorale. Figuriamoci con questo e nelle attuali condizio~i I Tuttavia la eventualità che l'accordo non si raggiunga nel senso indicato è più che probabile. Ed ecco un'altra ragione per provocare subito una deoisione. Si dovrà mantenere il blocco nel senso opposto? No,. io dico. Colle elezioni la protesta dell'Aventino finisce, nè si può pensare di ripetere, ad elezioni avvenute, Io stesso gesto. Sul terreno negativo non ci sarebbe altro da fare. Sull'altro terreno operare tutti insieme non è possibile. Una separazione s'impone: si possono e si debbono stabilire nuove intese, ma sulla base delle affinità e dei programmi. L'opera può essere incominciata sull'Aventino (e l'occasione è appunto offerta dal fatto delle elezioni più o meno prossime) per essere proseguita e condotta a termine nel paese lasciando che le situazioni si determinino poi localmente, senza intromissioni e senza pressioni da Rom~ e, sopratutto, senza imposizioni di candidati. Applicato ai partiti di democrazia e per affermazioni e risultati liberali, il < metodo di Mussolini > è un me-. todo pessimo. Occorre lasciare localmente libertà di scegliere, di proBiblioteca Gino Bianco

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==