• 132 lA CRITICA POLITICA solo luogo dove chi aveva fatto la guerra poteva ritrovar&i a discutere delle cose e degli interessi del suo paese con pieno diritto d'indipendenza, senza umiliarai e senza eisere umiliato. E, fatalmente le Associazioni venivano ad assumere nella vita locale , e nazionale quella importanza che non erano riuscite ad avere, nè prima, nè durante il fascismo; fascista e combattente, invece di essere sinonimi come s'era voluto far credere, divenivano contrapposti, l'antitesi l'uno dell'altro. Il governo che aveva creduto di aver ragione dell'Italia Lib_era sciogliendone i gruppi di autorità, si vedeva dinanzi tutta l' Associazione dei combattenti in funzione d'Italia Libera. Sono gl' imprevisti di tutte le compressioni. Ed ora si starà a vedere. Nessun dubbio che il fascismo riuscirà ad avere nelle mani la direzione della maggior parte delle associazioni locali. Chi potrebbe impedirlo ? La volontà dei soci? Si sa quello che avviene in certe circostanze, quando il governo lo vuole. Piuttosto avverrà che i combattenti, in buona parte, diserteranno, le adunanze e si disinteresseranno della vita della loro associazione. Per quanto i rappresentanti " della grande maggioranza delle fede razioni provinciali dell' A. N. C. convenuti in Roma l' 8 marzo 1925 " - dopo aver protestato contro il provvedimento governativo - abbiano riaffermato " l'assoluta indipendenza dell'Associazione da qualsiaai partito o aggruppamento politico e da qualsiasi vicenda ministeriale e parlamentare.,, e con ciò anche la loro volontà di difenderla, ad ogni costo, avranno essi sufficiente decisione e capacità di resistenza pe-r farlo? Però commetterebbero in questo caso un errore se, per garantire tale indipendenza, si metBiblioteca Gino Bianco tessero solla via di costituirsi in partito politico. Non ci mancherebbe altro I Sarebbe proprio il modo per dare _ragione al fascismo ed accrescere la confusione. Politicanti e combattenti. C'è il sig. Sa velli che ha di queste fisime. Egli è un politicante che ha puntato sempre sui combattenti. Il fatto che egli si trc,vi ora tra i dirigenti deposti -. e quindi a rappresentare la indipendenza e la dignità dei combattenti d'Italia - non può farci dimenticare nè le sue piroette nè i suoi contorcimenti. Piuttosto ci costringe a fargli presente che politica è linea. Quando egli, nell'adunanza dell' 8 corr., ha parlato scagionandosi dall'accusa di tradimento, ha parlato per sè e, se mai, per alcuni dei suoi amici. Diremo anzi che nei riguardi di questi e nei suoi, i fascisti possono avere ragione ; ma che l'Associazione dei combattenti, in quanto associazione, non ha nessuna responsabilità nella politica fascista -e filofascista seguita dai suoi dirigenti fino al convegno di Assisi; che l'aver creduto prudente mutar strada per mettersi all' unisono coi sentimenti dei combattenti non assolve degli atteggiamenti e delle responsabilità assunte avanti. È la loro politica di prima che ha reso possibile il provvedimento ·governativo di oggi. Se essi avessero difeso l'indipendenza dell'Associazione fin dagli inizt, quando doveva essere difesa, se non l'avessero posta per un anno e mezzo a servizio del Governo, se non avessero avuto la preoccupazione di trarne personale profitto politico facendosi includere nel listone - probabilmente le cose sarebbero diverse. Ripetiamo: il discorso pronunciato dal sig. Savelli nella riunione dell'S marzo non riguarda i combattenti. Il
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