La Critica politica - anno V - n. 3 - marzo 1925

128 LA CRITICA POLITICA Io scrivente non può non accennare al danno della molteplicità dei titoli statali, che, reciprocamente, si nuocciono, contendendosi la disponibilità del risparmio e non riuscendo a conquistare il mercato ; onde, molti di essi, non ottenendo il pregio della facile circolabilità finiscono collo stagnare in grandi masse ed immobilizzarsi nelle casse pubbliche o semipubbliche ; fatto non scevro. di preoccupazioni. « Cosi la sistemazione del debito estero, delicato argo1nento, per il quale è buono l'aforisma; pensarvi più che parlarne. « E così, non ad esaurire, ma a chiu~ere la non lieta rassegna, la persistente, e da ultimo rincrudita, asprezza dei cambi, di cui potrebbe essere in1portante fattore, più che la cifra della circolazione registrata, la sicura, ampia (benché la misura ne sfugga) diminuzione del tesoreggiamento interno ed il probabile rimpatrio di notevole massa di lire già emigrata e trattenuta all'estero. Ad ogni modo, la complessiva circolazione registrata negli ultimi mesi del 1924, salita sino a 20.514 milioni al 31 dicembre 1924 e discesa a 20.051 al 31 gennaio 1925, supera sempre i 20 miliardi, dei quali oltre 4 sono biglietti stagnanti per conto della « Sezione speciale autonoma del Consorzio per sovvenzioni su valori industriali ». « Questa sommaria rassegna - conclude l'on. Wollemborg - non altera menomamente la salda fiducia nel grande destino economico e finanziario del paese, ma dimostra che l'èra dei sacrifici doverosi, degli sforzi austeri, non è chiusa nè prossima a chiudersi. Una diversa dichiarazione non sarebbe veritiera; falsarla o dissimularla non sarebbe degno di un popolo, che ha conquistato intero il diritto alla virilità ». GJUSTIZIA, SICUREZZA E CIVILTÀ Dove manca la civile sicurezza, e dove l'uomo deve contaresu di se stesso, regna, come.regnerà sempre, la ferocia, la guerra, la turbolenza. Fate che in un paese manchi la privata sicurezza delle persone, delle cose e delle azioni: fate che questo stato duri per alcuni anni, ed eccovi la decadenza della coltura morale e industriale, comunque alUssimofosse lo stato antecedente. Mancata la sicurezza o per trascuranza o per impotenza,o per vizio stesso delle Istituzioni, come nelgoverno dei Bascià Mussulmani o del minuto ed anarchicofeudalisco, ogni buon cittadino è costretto a pensare alla propria difesa a fronte dei non repressi usurpatori delle cose, a fronte dei soverchianti delle persone; a fronte degli impuntuali e sleali non costretti dai Tribunali. Allora ognuno è forzato ad abbandonare le maniere educate: allora la modestia diviene debolezza, la fiducia si converte in dabenaggine; ed it;vececonviene farsi giustizia di propria mano, e ricorrere alla forza privata in difetto di pubblica tutela. . A dir vero questa è anarchia derivata da mancata sicurezza ; i veri anarchici, cioè senza governo, sono quei dessi, che governano male. (Dell'Incivilimento - Parte II - Cap. III). G. D. RoMAGN0s1 BibliotecaGino Bianco

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