120 LA CRITICA POLITICA determinare una crisi ministeriale per un intervento ingiustificato del potere esecutivo in un caso giudiziario (il caso Campbell è recentissimo) ; in un popolo come il nostro, nel quale, purtroppo, Io spirito di violenza e di sopraffazione e la mentalità settaria hanno la prevalenza, e che quindi deve essere educato ad una rigorosa. scuola di giustizia, il venir. meno ad ogni rispetto verso di questa, non può non avere conseguenze deleterie. Quante volte nei discorsi della Corona si sono ripetute le frasi che supremo presidio di ogni civile ·consorzio è una giustizia sicura, pronta, uguale per tutti e sopra tutti ; che è suprema necessità sociale e politica tenere alto il prestigio della giustizia e dei giudici ; che la giustizia debba essere vicina alle popolazioni e non un privilegio dei ricchi per opprimere i poveri 1 Ma son rimaste parole : le ultime leggi sulla riforma delle circoscrizioni, sull'ordinamento della magistratura, il decreto legge sulla stampa, il fallimento di numerosi processi politici, l' inesecuzione di 1nandati di cattura emessi dall'autorità giudiziaria, mentre hanno segnato una effettiva diminuzione dell' indipendenza della magistratura, hanno altresì dimostrato che la giustizia è tutt'altro che eguale per tutti. Naturalmente per reazione ad uno stato di cose cui tanti spiriti più elevati non sanno e non vogliono adattarsi, si va formando il chiaro convincimento che non possa esistere libertà dove non esiste giustizia e che no!l esiste giustizia dove non sia indipendenza del potere giudiziazio. Vi sono alcuni fatti che indicano chiaramente tale risveglio. Il Congresso Giuridico Forense, tenuto nel settembre dello scorso anno a Torino, affermava, respingendo una pregiudizial~ d'incompetenza, che gli avvocati, anche come classe, non tanto hanno il diritto, ma il dovere di difendere i problemi di libertà e di giustizia, quando pure la disamina di, e.ssi possa destare la preoccupazione di entrare nell'agone più specialmente destinato ai dibattiti politici. Le elezioni verificatesi nei primi di quest' anno nei Consigli professionali degli avvocati di tutte le Curie d' Italia si sono svolte, quasi sempre, su una piattaforma di libertà e d'indipendenza, giacchè pur ammettendosi che essi non possano e non debbano fare della politica, si è riconosciuto che debbano vegliare tuttavia alla conservazione del decoro e dell'indipendenza dei Collegi; ed i risultati non sono dubbi nel senso che gli avvocati abbiano nella loro grandissima maggioranza, riven~icato la propria indipendenza. Eguale rivendicazione, in un ordine del giorno veramente dignitoso ed elevato, è stata fatta dalla magistratura milanese nello scorso dicembre: in esso è stato chiaramente riaffermato il principio che il potere giudiziario debba essere pienamente indipendente dal potere esecutivo. Indubbiamente il problema che noi abbiamo posto con l'affermazione di una crisi della giustizia, è più vasto, giacchè involge anche e sopratutto il problema tecnico dell'amministrazione della giustizia; ma è evidente che il suo presupposto è quello che essa debba svolgersi in piena Biblioteca Gino Bianco
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