118 LA CRITICA POLITICA chè la concezione di poteri statali indipendenti, costituiti da determinate categorie di funzionari, sa di medioevo. E se non mancano esempi d' indipendenza nella magistratura italiana, anche verso il potere esecutivo ed in tempi di reazione, bisogna pur riconoscere che si tratta di casi 1n cui il carattere individuale del magistrato ha avuto il sopravvento ; ma la condizione in cui i magistrati sono tenuti, non è tale da rassicurare• sulla loro indipendenza o per lo meno dal sospetto circa la loro indi pendenza. Soprattutto la misera condizione economica ha finito col deprimere il carattere della magistratura, sempre in pena per i suoi stipendi i quali sono alla mercè del governo, ed ha portato ad una vera e propria burocratizzazione della funzione che una volta rappresentava una vocazione ed ora è un impiego come gli altri. $i è venuta per essa a determinare una forma di disagio morale, specialmente dopo la guerra, che consiste nel non credere più alla bellezza ed alla nobiltà della missione da compiere, e questo disagio non predispone certo ai sacrifizi · ed all'eroismo. La concezione materialistica della vita che ha dominato e domina molta parte della vita contemporanea, ha avuto non poca importanza nella formazione di tale stato di disagio, in quanto professione più bella è ritenuta quella che frutta di più, e certo quella del magistrato frutta assai poco. Lo spettacolo delle rapide ascensioni nelle altre carriere e in quella stessa giudiziaria da parte di alcuni· privilegiati ; il veder sempre applaudito il successo anche se dovuto a mezzi immorali ; l' incertezza dell'avvenire, hanno tolto e tolgono ogni tranquillità alla magi-: stratura, la quale, per verità, ciò nonostante conti~ua a dare, nel suo complesso, prova di grande rettitudine, ma ha la sensazione dolorosa del proprio malessere ed è quindi sempre meno disposta- all'eroismo di affrontare le conseguenze di una aperta e piena indipendenza, giacchè si può esser disposti a sacrificarsi solo per una idea alla quale si crede e I nella quale si ha ferma fede. La mancanza di fermezza di carattere tante volte deplorata nella vita pubblica è più umanamente giustificabile in coloro che dovrebbero sacrificare anche la propria posizione economica, per quanto modesta. E tuttavia bisogna proclamare che allora soltanto il magistrato è veramente degno della sua alta missione sociale, quando , è pronto a sacrificare il proprio posto e il suo stesso avvenire al suo ideale di indipendenza e di giustizia. Parallelamente a questa crisi della magistratura: si è venuta svolgendo quella dell'avvocatura, anch'essa degradata alla condizione di qualsiasi altra professione, esercitata con intenti quasi esclusivamente d'indole pratica. L'avvocatura che ha avuto anche presso di noi tradizioni nobilissime, specialm~nte in quegli Stati nei quali il dispotismo e la tirannia sono stati più esosi, come ad esempio nel Regno di Napoli, dove tutti ricordano i nomi .di Mario Pagano, di Pasquale Stanislao Mancini, di Enrico Pe~sina, è ora esercitata da una pletora di professionisti che sono assai lontani da quella dedizione completa all'ideale per cui la prof esBiblioteca Gino Bianco
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