La Critica politica - anno V - n. 2 - febbraio 1925

, L•AVENTINO E IL RUBICONE 55 mente ed efficacemente le forze e gli interessi di cui il fascismo è anche inconsciamente l'espressione. Ci guardiamo bene dall'aifermare che il nartito popolare, il quale accettò il fascismo in un primo tempo e condusse col suo quotidiano la lotta scandalista contro il fascismo, abbia una visione realistica della situazione, e che le sue intenzioni manifestamente dirette a costituire un blocco democratico possano tradursi nella realtà. Anzi teniamo a dichiarare senza ambagi che la vagheggiata alleanza democratica, da Sturzo a Turati e da Amendola a Giolitti, secondo il nostro parere non ha probabilità di giungere al Governo, e che se vi giungesse non sarebbe van- . taggiosa all'Italia. Ma approviamo il gesto dei popolari, per il suo significato di condanna all'incertezza nebulosa dell'Aventino e all'attesa del I miracolo, e per il proposito di uscire dalle negazioni sterili. I popolari hanno messo sul tappeto il problema delle forze, che devono conquistarsi la successione, e hanno fatto intendere che nessuna successione è possibile ·per virtù taumaturgica, senza offrire al popolo italiano le indispensabili indicazioni sull'avvenire. È necessaria una bandiera, che si alzi con un significato preciso e che abbia la virtù di chiamare attorno a se quanti consentono sotto la spinta di determinati interessi a determinate direttive. Al di fuori di ciò rimane solo la retorica, innocua nella stampa fascista perchè c'è un loro Governo che svolge un'azione pratica nel campo degli interessi e attrae consensi effettivi, pericolosa nella stampa di opposizione, che non ha dietro se nessuno che agisca nella realtà della vita economica. L'Aventino è posto dinanzi al Rubicone : può rimanerne al di là, sforzandosi di mantenere una sterile unione nella formula negativa dell'antifascismo e condannandosi a un sempre maggiore isolamento ora che il colpo di vento della fine d'anno gli ha tolto anche la libertà di stampa: può saltarlo, concretando le sue direttive di governo e dividendosi secondo le esigenze di queste. Ma il mito del miracolo è finito : nessuno più si attende che i deputati dell'opposizione possano scendere con i tamburi in testa per rientrare nell'aula vittoriosi senza lotta, e chiudere la parentesi fascista, ripigliando la vita interrotta nell'ottobre 1922 e discutendo ancora se ai popolari competano due ministri e tre sottosegretari ovvero tre ministeri e due sottosegretariati. I gruppi dell'Aventino o concordemente o discordemente debbono dire ciò che vogliono, cosa si propongono di fare, quali direttive di governo saprebbero seguire : e non basta biascichino vecchi imparaticci, come han fatto i democratici sociali. Debbono pronunciarsi su problemi concreti : fiscalismo, protezionismo, plutocrazia, burocrazia, lavori pubblici, istituti di garanzia della libertà contro le sopraffazioni del potere esecutivo dei partiti di masse dei ceti privilegiati, fra cui vanno compresi anche gli addetti ai pubblici servizi. Gli eventi della vita italiana dal 1919 ad oggi debbono essere tenuti presenti nel loro complesso, e BibFoteca Gino Bianco ..

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