La Critica politica - anno V - n. 2 - febbraio 1925

NOTE E COMMENTI 93 zione politica. L'on. Schanzer, autore della relazione, venne poi accusato di avere recato gravissima offesa al Governo, col lasciar supporre che esso mediti di non osservare la legge durante lo svolgimento dei comizi, con una gratuita insinuazione di borglio e di violenza. Nella discussione al Senato parlarono quasi unicamente oratori favorevoli agli emendamenti proposti dall' Ufficio Centrale : due discorsi interessanti furono quelli dei senatori Ruffini e Mosca. Siccome però il Governo dichiarò di non poter accettare gli emendamenti proposti, insistendo per l'approvazione della legge come venne approvata dalla Camera l' Ufficio ,Cent,ale, messo nelle condizioni di assumere la responsabilità politica di aver provocato un voto cc,ntrario al Governo, dichiarò per mezzo del suo Presidente, on. Boselli, che i suoi emendamenti tendevano solo al perfezionaniento tecnico del disegno di legge, che per ciò non li avrebbe ritirati lasciando però libero il Senato e che per suo conto l'Ufficio si sarebbe astenuto. E cosl, astenuti i senatori componenti l' Ufficio Centrale, la votazione nel disegno di legge ha dato 214 voti favorevoli e 58 contrari. La legge elettorale rimane senza modifiche. È però un successo per il governo? Non ci sembra. Resta sempre il fatto che il Senato ha accettato la legge per non porsi contro il potere esecutivo (ciò che sarebbe stato contro le consuetudini, la tradizione e l' ufficio dell'alta Camera) ma dopo aver dichiarato di non poterla approvare per le restrizioni e le limitazioni che essa comporta. Mussolini in due anni. e mezzo di governo ha già dato ali' Italia due diversi sistemi elettorali. Il primo ha vissuto il breve spazio di un anno. .. . Bibl"-otecaGino Bianco Quanto durerà il secondo? Bisognerebbe domandarlo a Madame de Thebes. Nuovi dissidi tra fascisti. Si riapre, intanto, nel fascismo la serie dei dissidi, delJe secessioni e delle liquidazioni e si vuole che ciò debba essere messo in diretta relazione col fatto che le elezioni sono prossime. Certo è che la nuova legge elettorale ha provocato in mezzo aifascisti nuovo fermento di ambizioni,, di aspirazioni e di rivalità: i malcontenti e i bocciati della volta passata rispuntano fuori; si preparano le esclusioni e si fanno avanti· aspiranti nuovi, molti, troppi aspiranti. È inevitabile che cosl avvenga determinando, in un partito che come quello fascista detiene tutti i poteri e dove tutto si decide per atto di autorità, non lievi imbarazzi e difficoltà. Non sappiamo quanto l'elemento elettorale entri nelle dimissioni che il deputato Gemelli, medaglia d'oro, ha dato da deputato e da fascista~ Le ragioni delle dimissioni sarebbero da ricercarsi nella situazione torinese, che per il fascismo fu sempre una situazione difficile. Ma nelle dimissioni dal partito dei deputati fascisti di Alessandria - Torre, Bodio e Rebora - i motivi elettorali sono fuor di dubbio preponderanti. L'on. Torre, avendo ricoperto la carica di Alto Commissario delle ferrovie, era tenuto come una delle personalità del fascismo : come tale e per la posizione che teneva egli ebbe tempo addietro facilmente ragione di un altro dissidentismo fascista rappresentato contro di lui dal rag. Raimondo Sala,. allora sindaco _di Alessandria. Dopo aver contribuito a creare nella sua città una notevole frazione di dissidenti, l'on. Torre costituisce a sua volta un'altra frazione dissidente~ J ..,_ I

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