La Critica politica - anno V - n. 2 - febbraio 1925

90 LA CRITICA POLITICA per .... l'apoliticità fascista. Essi strepitano e urlano contro di noi perchè saremmo rei di aver tradito l'apoliticità dell'Associazione, dimenticando molte cose. < Dimenticano, ad esempio, che ali' indomani della Marcia su Roma, consule Arangio Ruiz pritna e Host Venturi dopo, l'Associazione non solo fece della politica nel senso nobile e alto di cui sopra le ho parlato, ma anche nel senso più ristretto e meno nobile di politicantismo. Non si esagera dicendo che vi fu un periodo in cui l'Associazione Combattenti fu, di fatto, uno strumento e un organo fascista. Se le cose sono in seguito cambiate lo si deve alla volontà chiara ed esplicita manifestata dalla enorme maggioranza dei combattenti d' Italia, non alla resipiscenza dei dirigenti fascisti di allora che avrebbero vo\,, luto continuare a posporre gl' ideali e gl' interessi del combattentismo alle esigenze del partito fascista >. Intanto il Popolo d'Italia afferma che la situazione è grave, che cos} non si sa come possa essere evitata la scissione ·e accenna alla possibilità dello scioglimento del Comitato direttivo colla nomina di un Commissario Regio. Ragione per cui si può esser certi che l' .... apoliticità dell'Associazione sarà seriamente salvaguardata. Il Senato e la Legge Elettorale. , Il Senato continua a dare dispiaceri al Governo. Non ci riferiamo già alla mancata convalida del neo-senatore G. B. Bianchi, che era preveduta dopo gli altri infortuni del genere. E non ci riferiamo nemmeno alla pre- · sa di posizione degli Uffici del Senato contro la riforma dell'Esercito .proposta dal Ministro Di Giorgio. Si sapeva già che quasi tutti i generali della Camera vitalizia avevano manifestato la loro aperta disapprova-. Bibfioteca Gino Bianco zione per la riforma ed era del tutto naturale che nei riguardi di essa tale consenso si rimettesse al giudizio dei soli che in materia, là dentro, si presumono competenti. Altrimenti a che servirebbe avere dei generali in Senato? La questione dell'esercito è una questione tecnica e non una questione politica: s' è affrettato ad avvertire Farinacci nel suo giornale. È discutibile se sia più .una questione tecnica che politica. Probabilmente I' una e l'altra cosa insieme. È certo, ad ogni modo, che riusciva gradita al governo e faceva comodo alla valorizzazione della Milizia. Piuttosto c'è da osservare che la presa di posizione del Senato su questa faccenda è precedente alle ultime vicende politiche e al discorso di Mussolini del 3 gennaio e che per ciò non riguarda la nuova situazione. Nuovo invece, non aspettato e non desiderato, è stato l'atteggiamento che gli Uffici del Senato presero nei riguardi della Legge elettorale. È nuovo che l'Assemblea vitalizia la quale non deve nulla al corpo elettorale - che cioè non ripete il proprio mandato legislativo dalla volontà del paese - si preoccupi del modo in cui vengono, più o meno legittimamente, nominati · i componenti dell'altra Camera. Era consuetudine che di materia elettorale il Senato avesse solo ad occuparsi per formalità, sanzionando senza riserve quel che il potere esecutivo aveva creduto di far decidere alla Camera elettiva. Persino la rappresentanza proporzionale - che non poteva riuscirgli simpatica in quanto conteneva, pur senza la sostanza, un'affermazione di principio democratica - fu passata senza osservazioni. Questa volta, invece, che si trattava di una riforma e·Iettorale fascista - tutta intesa, quindi, a valorizzare e a rafforzare le istituzioni

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