( 88 LA CRITICA POLITICA Le soluzioni - al di fuori della soluzione comunista la quale, nell'assenza delle altre, fa buon gioco al fascismo - possono essere due: la democratica e la liberale conservatrice. Ed è in relazione ad esse che deve operarsi la divisione delle opposizioni e concretarsi il loro programma di successione. Bisogna insomma che sia data al paese la certezza di andare verso una soluzione: l'una o l'altra, ma una soluzione. Lo sfiancamento dei popolari. Il formarsi di una opposizione costituzionale nell'aula e il fatto che questa fa capo a tre ex Presidenti del Consiglio come Giolitti, Salandra e Orlando, ha reso possibile che su l'Aventino le posizioni si precisino e ciascun gruppo prenda senz'altro la sua. I popolari, il cui intuito politico delle situazioni supera di molto l'attaccamento ai principt, l'hanno subito capito e h~nno fatto la prima mossa. In un manifesto agli uomini del partito hanno lasciat_ocapire chiaramente che la unione di costituzionali e anticostituzionali all'opposizione rappresenta un impaccio e che essi sarebbero pronti a partecipare, insieme agli oppositori nell'aula, ad una coalizione con programma liberale conservatore. Ciò ha provocato discussioni e malumori soli' Aventino. Si sono chieste spiegazioni, tanto piìl che si supponeva che i popolari tendessero pure ad un ritorno nell'aula, ma i popolari hanno escluso per ora tale intenzione. 11blocco d~lle opposizioni aventiniane ha dopo ciò ufficialmente riconfermato la propria solidarietà f armale e anzi si è preoccupato di far sapere che si propone di svolgere nel paese quella azione che finora mancò. Infatti ha deciso d' invitare le singole direzioni dei Partiti aderenti a farsi rappresentare Biblioteca Gino Bianco nella Commissione incaricata di promuovere e coordinare l'azione dei Comitati locali di opposizione e ha deliberato la costituzione di un Comitato di giuristi per la difesa delle libertà civili. Ma oramai la mossa dei popolari ha posto gli altri gruppi nella necessità di precisare il proprio punto di vista e di rivendicare la propria autonomia e libertà di azione sul terreno costituzionale. I massimalisti, in un Convegno della direzione del Partito socialista · ·tenuto a Milano nei giorni 5, 6 e 7 corr., lungamente esaminarono la opportunità o meno dell' uscita immediata dal Comitato delle Opposizioni. Una pr~posta in questo senso ottenne quattro voti favorevoli e venne a maggioranza respinta; venne, però, presa una deliberazione con la quale - richiamando i termini della adesione del Partito al patto di unione dei gruppi parlamentari antifascisti - si " considera ogni diverso sviluppo dell' intesa come lesivo delle riserve dottrinarie e tattiche colle quali l'adesione fu data". I repubblicani pur essi, in una riunione della Direzione del Partito tenuta nei giorni 1 e 2 febbraio, prendevano in esame la situazione ed esprimevano il lqro pensiero con la seguente deliberazione : " Circa la eventualità di una concorde azione positiva il Partito repubblicano, mentre riconosce doveroso, per un alto senso delle proprie responsabilità politiche, rimanere solidale con le altre opposizioni, non può in alcun modo consentire che il paese sia illuso che la presente crisi possa essere risoluta con un compromesso effimero ed inutile quale il ritorno puro e semplice alla carta costituzionale ; afferma perciò la necessità che' l'ulteriore indirizzo dell'azione politica delle Opposizioni si propon-
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