DEMOCRAZIAMODERNA 81 pubblicani, da monarchici, da riformisti. Non è privo di significato il fatto che uno dei primi fasci di combattimento, quello di Bologna fu fondato da Mario Bergamo, un vero e sincero mazziniano (oggi oggetto di feroci rappresaglie da parte dei fascisti) e che i repubblicani di Romagna videro con grande entusiasmo la reazione antibolscevica (1). Era l'ora 'della prima, cieca, incerta insurrezione proletaria, e democratici, agrari, industriali e monarchia si trovarono solidali nel difendere le vecchie posizioni ideali ed economiche, il comune inglorioso passato. Si ebbe cosi la rivoluzione fascista, che è riconferma del sistema giolittiano, con una inverniciatura insurreziooale, illegalista che doveva soddisfare le generiche aspirazioni dell'ora. Ma guai se nel 1919 i contadini meridionali avessero avuto un principio di maturità politica. Se il piano macchiavellico del ministero della guerra sotto il gabinetto Orlando, illustrato ai comandi delle tenenze dei carabinieri in circolari riservate, si fosse potuto attuare: favorite la contrapposizione dei rurali ex combattenti organizzati ai proletari del nord, esso non avreb-· be certo dato il risultato desiderato. Il movimento del combattenti fallì per mancanza di vita interiore nelle ma~se, per la deficienza morale dei dirigenti (i quali d'altronde non potevano tradire la loro categoria sociale, i galantuomini di di cui erano figli) ma se si fosse potuto affermare come volontà del Mezzogiorno, · avrebbe accelerato la fine della monarchia. Fine, osserviamo subito, non certo vicina. La riscossa del Mezzogiorno è ancora una melanconica aspirazion~ di pochi. L' ultima mossa di Mussolini con la botte à surprise del collegio uninominale, ha ristabilito una fatale solidarietà fra le forze sociali interessate alla difesa dello stato di fatto che risale al giorno in cui si compi l' unità. Costituisce il primo passo per la normalizzazione reazionaria pseudo liberale, il ristabilimento della situazione politica ed istituzionale turbata dalla guerra e dalle sue conseguenze rivoluzionarie. La Massoneria lavora a questo scopo. Il fascismo che era conciliazione fra le necessità normalizzatrici della vecchia classe dominante e la nuova realtà rivoluzionaria insopprimibile, va ormai alla deriva, e nel suo seno maturano nuove tendenze centrifughe. Mussolini che si sente la vittima offerta alla pace monarchica, auspicata anche da parte dei repubblicani, s'accinge a caricare un vecchio archibugio contro l'antica amica imprudentemente maltrattata, compositrice d'ogni lotta politica in nome dell'eter·- na armonia prestabilita dal Grande Architetto. ~ ormai troppo tardi, e Parma farà cilecca. Ma in seno alle opposizioni si va anche chiaramente delineando il disagio morale degli alleati, l'equivoco dinanzi ali' imminente avvenire. Proporzionalisti ed uninominalisti. Il dissidio sul sistema elettorale ha valore di sinto-- mo. Ancor più chiaro significato il manifesto del consiglio Nazionale del Partito Popolare. Ancora una volta la monarchia è salva. Ma chi riuscirà ad ottenere il miracolo di far divampare un incendio religioso fra i contadini meridionali, avrà compiuto il più importante sforzo per il capovolgimento dell'attuale regime. Gennaio 1925. CAMILLO_BELLIENI (1) N. d. D. - È inesatto anche questo. I repubblicani che in Romagna videro con qualche simpatia il fascismo e pensarono possibile di avere con esso rapporti di vicinanza furono pochi e trovarono, nel partito, vivissima resistenza. È vero che tra quei pochi v'erano alcuni degli uomini di partito pià in vista nella regione, ma ciò non dimostra niente, anzi dimostra come, quando e' è una ~dq.cazione politica sviluppata, i gregari sanno uscire di tutela dei capi. . . Biblioteca Gino Bianco
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