La Critica politica - anno V - n. 2 - febbraio 1925

I 80 LA CRITICA POLITICA SVILUPPI DELLA CRISI Ce ne siamo accorti noi sardi quando abbiamo iniziato il movimento regionalista. La corte seguiva con molta attenzione. Uomini, cose, del partito sardo erano perfettamente conosciuti. La Sardegna era considerata un po' come il demanio della corona, e i suoi uomini come il più sicuro presidio della monarchia. Nel 1919 il movimento dei combattenti fu favorito in altissimo loco come una riserva vandeana da adoperare in caso di moti antiistituzionali del Nord, lo stesso separatismo fu creazione di elementi ultrareazionari ed agitato come strumento di ricatto antiunitario contro la allora imminente rivoluzione bolscevica; e fu perciò un' ingrata sorpresa la campagna, fatta dagli stessi combattenti, per, lo scioglimento della Brigata Sassari, adoperata costantemente nei più ingrati servizi d'ordine pubblico contro gli operai settentrionali. Un'altra prova del significato antimonarchico riconosciuto nei movimenti autonomisti ci è data dallo scioglimento del Partito Lucano d'Azione ordinato recentissimamente del Prefetto di \ Potenza in base al famigerato art. 3 della legge comunale e provinciale; provvedimento che non si è creduto necessario prendere neppure contro il Partito Comunista o.... l' Unione Nazionale amendoliana. I movimenti autonomisti del Mezzogiorno rifacendo il processo deH' unità, distruggerebbero il potere politico delle attuali classi dirigenti (abolendone il I compito democratico-educativo) ed esaurirebbero altresl la missione della mo- . narchia nella Storia d' Italia. · Missione certo non priva di gloria. Con la sua disinvoltura spregiudicata, destreggiandosi abilmente fra i potenti stranieri, pronta al voltafaccia ed ardita nei giuochi di fortuna, la dinastia sabauda, era l' unica forza politica capace di creare l' unità di un popolo senza tradizioni comuni, fuorchè quella romano cattolica, senza unità etnica, tenuto assieme solo da ben definiti confini di monti e di mari, e quasi entro essi insaccato. Appunto perchè i Savoia non si proposero la realizzazione di fantasmi ideali, ma concreti scopi di allargamenti territoriali, poterono, con la loro tradizionale politica d'audacia, giuocare i Borboni, · giuocare Napoleone III, e rendersi padroni d'Italia. Ma l' unità politica non è l' unità morale, e questa si va costituendo con la consapevolezza degli interessi delle varie categorie sociali e delle varie regioni d' Italia. Si è già osservato che il sorgere del socialismo cqstituì per la monarchia un diversivo, poichè fece abortire la rivolta della piccola borghesia settentrionale che irritata dai disastri militari, dagli scandali bancari, dalla politica interna inspirata da Umberto minacciava di farsi repubblicana. Ma l'esperimento della monarchia socialista aveva un valore illusorio e poteva eseguirsi impunemente finchè il socialismo restava un nuovo travestimento ideologico della piccola borghesia, e la politica di riforme sociali andava a benefizio di alcune ristrette categorie operaie privilegiate. Ma quando cominciò a battere il polso delle masse, e la critica sindacalista pose in luce il nuovo trucco, e la pseudo-esaltazione giacobina di Mussolini fece correre fra gli operai tesserati fremiti d'insofferenza, la monarchia socialista apparve una pericolosissima esperienza. La settimana rossa fu il preanunzio di una crisi che fu differita dalla guerra. Il bolscevismo, con la fobia ·dei lavoratori del braccio contro i lavoratori del cervello, fu in conclusione la prima seria manifestazione autonomista degli operai che si ribellavano alla loro eterna minorità spirituale, voluta da reBibliotecaGino Bianco

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