La Critica politica - anno V - n. 2 - febbraio 1925

DEMOCRAZIAMODERNA 79 -il 48 erano state due crudeli smentite. Nel regime sabaudo i galantuomini si ritrovavano perfettamente : assenza di partiti, cioè di idee politiche in contrasto, semidittatura mascherata dalla costituzione ed esercitata a mezzo di abili mini- -stri, possibilità di conservare localmente il pote e, ottenuto per la prima volta con la conquista francese. La Monarchia subauda del resto, pure in regime costituzionale sapeva adoperare al momento opportuno il suo pugno di ferro. Lo conobbe Genova dopo le sconfitte della prima guerra d'indipendenza, e Palermo qualche anno dopo la liberazione. Non si può dire del resto che una diversa mentalità inspirasse la corrente mazziniana. Cattaneo aveva acutamente visto il carattere dittatoriale, cesareo, napoleonico del movimento della Giovane Italia e poneva in risalto il significato della commossa apostrofe di Mazzini a Carlo Alberto : « V'è una corona più splendida della vostra. Liberate l'Italia dai barbari, fatela tutta vostra e felice. Siate il Napoleone della libertà italiana» ed osservava che a Mazzini non bastava dunque un Cromwell, nè un Washington, ma occorreva piutosto un Napoleone. Il repubblicanismo di Mazzini sorgeva dallo sconforto per la mancanza di un Re devoto alla causa dell' unità italiana (1). Ma se uno .se ne fosse trovato, egli era disposto a scendere a patti. Appunto perciò la sua tarda intransigenza antimonarchica dopo il '60 non fu compresa dai suoi' seguaci. Quanti erano stati abituati a considerare con sfiducia i re solo perchè ostili alla grande causa, ed avevano pur tuttavia compiuto la conquista' rivoluzionaria sotto l' insegna d'Italia e Vittorio Emanuele, trovarono ben naturale collaborare con la monarchia ora che questa benedetta Italia era fatta ed i Savoia ne erano a capo. Ma la storia del garibaldinismo come volontà d'azìone corre difilato sino a Crispi, ed alle sue feroci prevenzioni di rivoluzionario piccolo borghese contro i movimenti proletari. Le opposizioni radicaloidi, che van- • . tavano. tale discendenza, facevano solo della critica di dettaglio perchè vivevano sulle stesse ideologie degli avversari; e, incapaci d'una visione storica sintetica, trovavano alimento alla lotta in vecchi bisticci di loggia, e giustificazione negli errori grossolani di chi teneva il potere. Ma senza il tragico incidente del duello, anche l'eloquenza cavallottiana si sarebbe abbattuta su una feluca di ministro. Ed ecco perchè cade nel vuoto il gr.ido di Facchinetti a Milano. Esso è privo di significato in bocca di un democratico che pretende in tal maniera di insor- .gere contro l' ultimo figlio della democrazia garibaldina : il fascismo. Nessuno vuole d'altronde affermare che in altra maniera, con altra mentalità e con altri miti si sarebbe potuto mettere assieme lo stato italiano. Cattaneo, come sempre, vedeva chiaramente che per la conquista dell'Unità, veniva sacrificata la libertà. La sua era però una via senza uscita. Il federalismo neocattolico o positivista non poteva immediatamente offrire schemi di azìone collettiva. Gli italiani non potevano trovare forza per gravi decisioni in altro mito fuor che in quello del tricolore, insegna del napoleonico regno d'Italia; una sola via poteva battere fatalmente la Storia se si voleva l' unità e la cacciata degli stranieri ; e così si ebbe l'attuale regime. Ma è ben naturale che ogni risveglio di partiti, ogni sviluppo di lotta ideale debba trovare fondamentalmente ostile, benchè non appaia nello sconcertante giuoeo dei suoi multiformi ed abilissimi atteggiamenti, la monarchia sabauda~ (1) N. d. D. - È quasi inutile avvertire che non condividiamo affatto questa opinione del nostro collaboratore, inesatta e profondamente ingiusta. fblioteca ·Gino Bianco

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