DEMOCRAZIAMODERNA 77 e comuni rurali piemontesi (che già dar secolo XIV avevano risolto il problema della istruzione primaria e vantavano il minor numèro d'analfabeti di tutta Italia) venivano soffocate dallo Stato risorto dopo il collasso del secolo XVI. Stroncato il potere politico dei feudatari, cessarono anche le convocazioni degli Stati Generali oltramontani e cismontani. Solo il ducato d' Aosta conservò le sue as- . semblee, ma con la salita al potere di Carlo Emanuele III veniva sospeso il giuramento della costituzione e si sopprimeva praticamente l'autonomia del ducato, non ostante le proteste dei rappresentanti. Nel 1742 si ordinava al Gran Balivo del ducato che si sospendesse da parte dei tre Stati l'elezione dei membri mancanti del Consiglio dei Com1nessi, adducendo per scusa il desiderio di evitare maggiori spese al ducato, in realtà per poter più agevolmente imporre la volontà regia al Consiglio mutilato. Politica che svolgendo un logico disegno si opponeva nel 1754 alla convocazione, secondo gli antichi privilegi spagnoli, delle Cortes di Sardegna, non più riunite dopo il 1698, in seguito al crollo della potenza iberica. I motivi di tale decisione, manifestati da Carlo Emanuele al vicerè di Sardegna, erano i medesimi che avevano consigliato il precedente atto contro il Consiglio Augustano, e che consigliarono i successivi, preludenti alla soppressione di ogni diritto e franchigia del ducato a datare dal 1760 : « Avendo preso in considerazione i suddetti riflessi, abbiamo approvato il vostro sentimento di non essere nello stato presente del Regno opportuna la convocazione di detto Parlamento e successiva celebrazione delle Corti; non solo per il motivo di non essere sperabile alcun vantaggio del nostro real patrimonjo con un aumento del donativo ordinario od altrimenti, ma anche per quello che ci siamo fatto presente del maggior aggravio che ne risulterebbe al regno per la spesa, a cui dovrebbero soggiacere i baroni, città, capitoli ed altri individui di stamenti per il loro accesso o missione dei loro deputati a Cagliari, e per la loro permanenza ivi per alcuni mesi ». Nello stesso tempo veniva stroncato il controllo legislativo dei Senati di Torino, Chambery e Nizza, ed in Sardegna offese le prerogative del Real Audiencia, causa non ultima dei moti insurrezionali del 1793-1796. Al progressivo annientamento delle libere istituzioni e dei poteri tradizionali, aveva corrisposto la guerra alle dottrine ereticali nelle quali la casa Savoja aveva intravvisto un'arma offerta ai suoi nemici per rivendicazioni antistatali e per movimenti centrifughi. Il distacco di Ginevra dal sistema politico sabaudo aveva di poco preceduto nella stessa città il divampare della Riforma che aveva dato ai suoi seguaci un rinnovato spirito guerriero. Come i Savoia schiacciarono nel Faucigny la insurrezione antifeudale delle robes rouges che si inspirava agli ideali liberta~i e federali della vicina Svizzera, cosi in Val di Luserna, in tutto il Piemonte perseguitarono tenacemente i Valdesi, affinchè l'alleanza religiosa non sì tramutasse in alleanza politica e tutti i loro dominii transmontani e cismontani non diventassero Svizzera. Fatalità d' urto fra i due sistemi c~e se portò colla indipendenza ginevrina alla distruzione dello antico sogno sabaudo (l'espansione per _gole, per forre e per valli, su tutto il gruppo alpino occidentale), permise anche, coll'arginamento dell'autonomismo federalista, la creazione di uno stato. fortemente accentrato a cui si imponeva il piano di conquista padana, una volta spento l'organismo autonomo visconteo e sforzesco. Anima e mentalità francese con aspirazioni italiane. (fv'.launa volta fissata la linea d'azione della casa regnante, si determina la_ ibl.ioteca Gino Bianco ,I
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==