La Critica politica - anno V - n. 2 - febbraio 1925

72 . LA CRITICA POLITICA LA DEMOCRAZIA MODERNA Ho fatto tutto questo discorso per dimostrare una volta di più l'immaturità politica del Mezzogiorno e per dichiarare la mia sfiducia nell'avvento di una democrazia moderna al governo d'Italia, nel caso, per ora molto improbabile, di una completa débdcle del fascismo. Si dirà : nel Settentrione, vi sono le organizzazioni socialiste e popolari. Ecco la base per un nuovo Governo che voglia dare allo Stato Italiano un assetto moderno: Elezioni col sistema proporzionale, libertà doganale, decentramento amministrativo, ecc. Certamente nel Nord sono i popolari ed i socialisti, ' ma essi dovranno per, governare, scendere a patti con le democrazie del Sud. E sceso a patti Giolitti, è sceso anche Mussolini. La situazione si presenterà idéntica domani. Le organizzazioni, i partiti di massa del Nord dovranno mettersi d'accordo con le posizioni personali degli avvocati e dei galantuomini del Mezzogiorno. Ed allora addio democrazia moderna. Le elezioni saranno fatte col vecchio sistema : mazzieri e ricatto della Prefettura, che manda il ragioniere a rivedere i conti in municipio. Si conserverà la vecchia catena di complicità ; la marachella amministrativa sarà coperta dal funzionario del governo purchè i voti del paese siano per il candidato del governo. Democratici o liberali, tutti i candidati si contenderanno il favore del Prefetto, arbitro della situazione. In tali condizioni non sarà possibile una seria resistenza all'abilissima e audace politica delle organizzazioni industriali privilegiate del Nord. E la storia riprenderà il suo cammino con l'altalena delle concessioni di favori economici alle oligarchie settentrionali, e delle concessioni di favori personali e di croci di cavaliere alla piccola e media borghesia del Sud. Certo tutto ciò può soddisfare quanti vogliano ritornare alla situazione anteguerra evocata con limpide pennellate d'un arioso acquerello nei quotidiqni articoli del Giornale d'Italia. Io già rivedo per le vie, piazze e vicoli delle città e villaggi del Mezzogiorno affisso il ritratto del candidato che sorride benevolo a tutti, perfino all'avversario, anche lui impastato in effige sul muro d'accanto. E sotto la scritta: Votate per il Cav. Pezzullo liberale-democratico-ministeriale, oppure: Votate per l'On. Marco Rocco democratico liberale-governativo. Ma chi ritiene risolubile il problema della unificazione morale d'Italia soltanto con uno sforzo di conquista da parte delle regioni e categorie economiche assenti dalla vita politica, non può essere preso dallo stesso gaudio. Il problema resta oggi insoluto: non importa che esistano vaste masse popolari nel Nord, fornite di una educazione autonomista di cui sono una manifestazione i sindacati, le coperative, le università popolari : se il resto d'Italia si manterrà inerte e prigioniero d'una classe politica seicentesca, gli strumenti di autogoverno si tramuteranno in armi per la conservazione di privilegi, come avvenne nel passato. I sindacati imporranno alti salari e protezione doganale), le cooperative otterranno forti utili (da passare sia pure a capitale di riserva) ma reclameranno inutili lavori pubblici, trattativa privata e regime di monopolio. Estendere nel Sud le organizzazioni del Nord. - È quanto si propone Gaetano Salvemini aderendo al partito unitario con un gruppo di intellettuali già facenti parte dei gruppi di Volontà. Essi credono cosi di poter conquistare le plebi rurali, creare organizzazioni sindacali, rinnovare l'ambi ente politico del Mezzogiorno. Può darsi che il tentativo riesca, ma l'esperienza del passato sembra <limoBibliotecaGino Bianco

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