La Critica politica - anno V - n. 2 - febbraio 1925

. . 66 LA CRITICA POLITICA Iuzionari, cadevano nell'errore - invero non diffuso - di chi si facesse evirare, tanto per· fare un esperimento, e, poi, pensasse di ricollocare e riattivare gli organi prima asportati. Chè l'anim~ non ritorna rivoluzionario a termine fisso : la pratica confusionaria, legalitaria, eclettica e accomodante avrà spento, a quel termine, ogni ardenza spirituale : questo ci dicono l'esperienza in genere e il dato attuale. Nè il nostro rilievo può soffrire modificazione pel fatto che l'Opposizione stia per passare dall'ostinata e accidiosa polemica, distesa sullo schermo cine~atografico dell'Aventino, all'azione cosidetta ricostruttiva: azione che sarà, inevitabilmente, gradualista, democratica, spinitica, di mortificante adattamento.' Dalla tattica delle Opposizioni, rilevammo altra volta, non sarebbe potuto derivare di più che un nuovç> ministero monarchico in luogo di , quello fascista monarchico, ossia (riprendendo qui una frase di Salandra) il sostituirsi al governo assoluto del Presidente del Consiglio della monarchia parlamentare dell'ante - fascismo. Ma, a giudicare dagli odierni elementi di fatto, andavamo troppo in là con le nostre previsioni ; peccavamo di quell'ottimismo che ci incoglie, a quando a quando, anche nel declivio della vita. La massa o popolo, peraltro, - anche nei suoi più genuini elementi repubblicani - non divise mai siffatto ottimismo ; comprese subito che la tattica in corso non era destinata a risolvere, in definitiva, i maggiori e annosi problemi politici che incombono al nostro Paese. Comprese che quell'aventinismo (del quale un giorno la storia dirà che altro non fece se non cercare, in un dato momento, di gettar ponti verso la reggia per indurla a risolvere, essa, costituzionalmente la crisi: manovra a cui rimasero, in vero, estranei i repubblicani, ai quali fu assegnato solo il ruolo di spauracchio o di riserva) era inidoneo a raggiungere perfino i limitati obiettivi dapprima formulati : scompaginare e ruinare il ministero fascista o con lo sfaldamento della maggioranza parlamentare, - sfaldamento provocato a distanza, dal cocuzzolo dell' Aventino - o con l'agitare Ja questione morale. Comprese, infine, che, il fascismo - che aveva preparato il terreno rivoluzionario - nel disporsi, poi, ad impedire la rivoluzione, profittava della collaborazione incosciente della tat1ica aventiniana. E vide proprio esatto il popolo ; gli ultimi gesti aventiniani gli danno oggi, a pieno, ragione : l'aventinismo non fu mai - lo ha dimostrato e lo sta dimostrando - un complotto, come volle far credere il Governo per giustificare alcuni suoi atti di polizia; sebbene un pacifico convivio proponentesi questo limitato scopo politico: una maggiore dose costituzionale di libertà (perchè saremmo sempre nel campo costituzionale anche quando si creas·sero degli istituti a presidio delle parsimoniose libertà contemplate nello Statuto) ; era ed è esso, in sostanza, l'anti-rivoluzione in un momento in cui la rivoluzione affiora come psicologia, se non come volontà ; anti-rivoluzione che vuol dire contributo alla perennità degli istituti politici 'vigenti, i quali stanno in cima al pensiero, più o meno espresso, così del fascismo, fatBiblioteca Gino Bianco

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