Audacie e pentimenti di una politica estera Il capo del Governo fascista, ministro degli Esteri, on. Mussolini è stato spinto a conquistare il potere con la violenza per impulsi di politica interna, non per necessità di politica estera. Dal suo biennale esperimento possiamo dedurre che egli ha l'ambizione di fare della politica estera, o meglio di essere il ministro degli esteri, ma non ne ha la passione. La politica interna lo ha incatenato alla difficoltà di alcuni problemi che Io hanno del tutto assorbito. Anche quando per gli sviluppi di al-- cuni tragici avvenimenti, per salvare la conservazione del potere rimpa-- stando il Gabinetto, ha dovuto cedere il dicastero dell'Interno, l' on. Mussolini è virtualmente rimasto il più vero ministro dell'Interno. L'imperativo categorico della politica di parte· Io ha obbligato. Ecco perchè l' on. Mussolini ha dovuto rovesciare la formula che ispira tutti i capi di Governo vo~enterosi di fare una politica estera agile, pronta a tutto, ansiosa di iniziative, largamente feconda: ordine pacifico all' interrio e libertà d'azione ali' estero. Uno dei meriti precipui della sua politica estera, decantati in tutte ·Ie auto-apologie da Mussolini, è considerato il rapido compimento di alcune questioni rimaste in sospeso, principalmente la pace adriatica e la presa di possesso del Giubaland riconosciuto spettante all'Italia dal1' Inghilterra, come compenso dei nuovi acquisti coloniali inglesi e francesi a spese della Gennania. Program1na di liquidazione dunque. Il Governo fascista ha liquidato, senza dubbio, e rapidamente, diremmo : frettolosamente liquidé;\to. . Il metodo rivela una intenzione; un Governo che si professava rivoluzionario, e che cercava di accaparrarsi un largo credito preventivo pres~o l'opinione pubblica svalutando senza scrupoli l'opera dei predecessori, aveva bisogno di presentarsi al giudizio dei cittadini con dei fatt_i, ed aveva sopratutto bisogno di far presto. Ma il programma di liquidazione ,era imposto dalla necessità di liberarsi da ogni impegno all'estero per aver mano libera all'interno. Abbiamo visto così il Governo fascista ripiegare quasi tutte le insegne guerriere che il movimento fascista aveva inalberate prirna della conquista del potere agitando un ambizioso programma di politica estera che doveva far morire dalla vergogna tutti i precedenti Governi delle umilianti rinuncie. Sembrava che l'antinittiano Mussolini dovesse far tesoro di una osservazione di Nitti che si legge a pag. 248 del libro La decadenza dell'Europa: <L'Italia quasi interamente occupata delle sue difficoltà e dei suoi dissidi interni, segue Biblioteca Gino Bianco . ,--
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