La Critica Politica - anno IV - n. 12 - dicembre 1924

• 532 LA CRITICA POLITICA stava che la responsabilità diretta passasse dal solito gerente al direttore del giornale, perchè tutta la stampa assumesse un tono molto moderato verso il regime ; il sequestro, la diffida, la minaccia di sospensione avrebbero fatto il resto, fiaccando ogni volontà di resistenza da partedella stampa non amica. E invece è accaduto che con quei decreti si ravvivasse il senso di responsabilità e l'indipendenza di tutta la stampa la quale è andata incontro - senza preoccuparsene - alle sanzioni minacciate. Bi~ogna dirlo con orgoglio d' italiani: la stampa ha mostrato in questa occasione di essere pari alla .sua alta funzione. Il governo invece, piuttosto che rendersi. conto della realtà, ha creduto che ciò dipendesse unicamente da insufficienza di sanzioni. Ed è venuto fuori il nuovo progetto di legge che è stato presentato alla Camera dal ministro di Grazia e_Giustizia e da quello degli Interni, in collaborazione. , Tale disegno di legge a,ccresce smisuratamente le difficoltà e i rischi per l'azione e la vita stessa dei giornali; ristabilisce la iniquità del se- .questro preventivo a reclamare la soppressione del quale, come una mostruosità giuridica, fu un conservatore schietto quale l'on. Sonnino; introduce la pena nuova della sospensione di un giornale per due o tre mesi, pena enorme che per una pubblicazione periodica, specie poi se qu.otidiana, è quanto dire la morte; impone le porte chiuse per i processi di diffamazione, anche in quelli di evidente carattere politico (come quello Balbo- Voce Repubblicana in relazione al quale deve esser' posta questa disposizione del progetto di legge) a evidente beneficio di uomini politici desiderosi di sfuggire ad un ampio controllo della pubblica opiBiblioteca Gino Bianco nione ; rende il proprietario · della tipografia in cui si stampa il giornale corresponsabile civile per le eventuali pene pecuniarie, che è quanto dire che nessun tipografo, se non vuol correre il rischio di vedersi sequestrare da un momento all'altro il proprio macchinario, accetterà di stampare un giornale indipendente, e cioè sgradito al Governo, se non a condizioni particolarmente onerose. E· lasciamo pure le altre enormità che costituiscono un vero ritorno indietro su quell' Editto albertino che pure non peccava di liberalità. Per esempio l'Editto proteggeva allo stesso ·modo contro i reati di stampa, la religione cattolica e gli altri culti permessi o tollerati (secondo dice lo Statuto) nello Stato. L'attuale progetto nega inveçe ai culti acattolici una qualsiasi protezione speciale contro i reati di stampa, distrugge cioè ogni parità nel rispetto ai vari culti e alle diverse fedi religiose I Il progetto è cioè, politicamente e giuridicamente, così mostruoso che ha sollevato contro di se non solo tutte le organizzazioni della stampa. (eccezione fatta di qualche ristretto gruppo di giornalisti asserviti in ogni senso al regime) ma ogni persona di buon senso. L'insurrezione è stata tale e così unanime che ha disorientato la stessa maggioranza nel seno della quale si. sono manifestate opposizioni recise e perfino lo stesso governo. Sarebbe lungo - e inutile anche - raccogliere tutte le opinioni che si sono manifestate contro il progetto nella stessa parte costituzionale più ligia al governo. E già pare dubbio che esso riesca a passare alla Camera (in questa Camera I) e al Senato. Il Ooverno, che ne aveva richiesta la discussione di urgenza e lo voleva approvato prima delle vacanze natalizie, ha preferito rimandar· ' --

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