La Critica Politica - anno IV - n. 12 - dicembre 1924

• NOTE E COM.MENTI Un infortunio al Senato. Il fascismo ha subìto in questi giorni una serie di infortuni di vario genere, che però negli effetti si equivalgono. Il primo gli è capitato al Senato. Non era accaduto una volta che un numero cospicuo di personalità più o meno autentiche spedite da un Governo a Palazzo Madama, con tanto di reale decreto, si vedesse chiudere davanti la porta d'ingresso. La storia parlamentare registrava appena qualche caso isolato e per ragioni di natura particolare. Siamo quindi di fronte ad un fatto nuovo di cui non si può negare la natura politica e che ha totto il carattere di un pronunciamento. Il governo aveva disposto per una larghissima infornata di senatori. Di questi sei o sette si videro negata la convalida; gli altri vennero convalidati con una debolissima maggioranza a favore. Il meglio favorito, che è stato l'on. Facta, ebbe 70 voti contrari. Se al Senato spira vento di fronda vuol proprio dire che le cose incominciano ad andare per il fascismo assai male. Il Senato è l'organo ti- , pico della classe politica dominante che ha consentito ed incoraggiato l'esperimento che da due anni sta facendo l'Italia, che l'ha anzi voluto per la sua salvezza. Quando Mussolini si presentò per la prima volta alle Camere nella veste di capo del Governo, fu minaccioso e sprezzante per la Camera dei deputati, pieno di Biblioteca Gino Bianco riguardo e di ammirazione per quella dei senatori. La classe che gli aveva delegato il potere era là dentro. Sapeva che mentre senza e contro la Camera dei deputati poteva g_overnare, senza il Senato no, non gli era possibile. Se oggi il Senato si mostra contrariato vuol dire che dell'esperimento di Mussolini la classe dirigente è tutt'altro che soddisfatta. Anzi, se si tien conto che il Senato ha, per tradizione, costantemente evitato di precedere con manifestazioni politiche proprie le decisioni del sovrano e che nessun Ministero è caduto per il voto contrario del Senato, si può ritenere che sia già convinto di aver commesso un grosso errore. In alto insomma si sente rumore e si è seriamente preoccupati delle conseguenze. Meglio, si pensa, buttare a mare il fascismo che essere travolti con esso. Ma bisogna farlo in tempo. L'altro infortunio: Balbo. L'altro infortunio è rappresentato dall'esito del processo per querela dell'on. Italo Balbo,_generalissimo della Milizia, contro la Voce Repubblicana. Il coraggioso giornale repubblicano aveva accusato il generale della Milizia di avere colla sua opera faziosa preparato l'ambiente di violenze e d'illegalismo nel Ferrarese, ambiente nel quale doveva avvenire l'assassinio del povero don Minzoni ucciso da sconosciuti, nell'agosto del '23, con una tremenda bastonata alla testa, e di essere intervenuto succes- . ,..-

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