492 LA CRITICA POLITICA viziata dalla retorica e dalla frase sonora : e si illusero che il loro potere dovesse durare quanto la loro volontà di detenerlo. Non si accorsero e non si accorgono del malcontento che serpeggia, del disagio economico che sale, e credono nelle frasi dei loro giornali e delle loro riviste. Essendo al potere e avendo la certezza di mantenerlo, o con un mezzo o con un altro, vogliono goderlo, senza incubi e senza preoccupazioni. Un Decreto della Provvidenza li ha chiamati al comando, ed essi obbediscono al Decreto. Mentre l'on. Salandra fa constatare che l'opinione pubblica - ente imponderabile ma decisivo - s·i stacca giorno per giorno dal partito dominante e il Capo del Governo deve riconoscere questa verità, i fascisti in alto e in basso agiscono come se avessero i consensi della gran maggioranza del pubblico : la loro stampa, così poco letta, non si arrende neppure ali' evidenza del suo scarsissimo smercio~ e proclama che le masse seguono con tutta fiducia l'esperimento fascista e che gli inesorabili sviluppi sono in -marcia : nei paesi i gruppi fascisti, circondati da avversità irreducibili, si baloccano in diatribe interne. Come loro, se non più, sono insensibili alla realtà della situazione i Benelli e i Savelli del limbo combattentista: essi cresciuti nella bambagia della retorica o nella terra del compro1nesso studiano e pesano le frasi, che dicano e non dicano : evitano di compromettersi con un atteggiamento reciso, e sperano nella taumaturgica efficacia di una parola poetica o di una parola abile. Stanno a cavalcioni sulle nubi, e si credono. grandi cavalieri che annusino il vento per partire con la lancia in testa contro il nemico, o autentici Mazzarino onusti di accortezza diplomatica. Giolitti è vecchio ed è cresciuto su un humus più realistico : la retorica non lo annebbia e non Io inebbria: ha mantenuto, per esperienza di molti lustri, i contatti con la realtà sociale ed economica: comprende i listini dei cambii, e quelli dei prezzi : forse tiene anche il libretto in cui segna la spesa giornaliera. È l'uomo della generazione di ieri, che era abituata a guardarsi attorno col desiderio di capire e di intendere: è l'uomo della generazione cresciuta, quando il divorzio fra classe dirigente politica e classe dirigente economica non si era compiuto e quando il processo accentratore dello Stato moderno era ben lontano dall'avere attinto i sommi fastigii cui oggi è giunto. Sa per questo tastare il polso del Paese con una possibilità di percezione, che manca ai giovani cresciuti a divorzio avvenuto. Così il vecchio ottuagenario è più vicino all'anima del Paese di quello che noi sieno i giovanissimi. Tutto ciò è profondamente triste, ma quei giovani, che non si sono invischiati nel giuoco dei partiti, non devono trarne motivo di sconforto. Il fallimento dei giovani, per non confessare il quale l' on. Delcroix rinnova il suo atto di fede nel Capo del fascismo, è il fallimento della borghesia chiusasi nel suo campo economico e -del ceto politico straniatosi dalla produzione : quei g.iovani, che oscuramente lavorano e nel Biblioteca Gino Bianco
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