526 LA CRITICA POLITICA mo ancora una guerra, lunga forse, ma che frutterà a tutti noi, e che · avrà per ultimo risultato la pace fra i popoli. Sl, noi diverremo concittadini, perchè siamo tutti abitanti di una stessa patria,_ l'Europa, come noi siamo tutti membri d' una stessa. famiglia, l' Umanità. In questa fratellanza dei popoli posano i -fati della Società Europea >. E nell' Istruzione generale per gl' iniziati della Giovane Europa nel 1834: <L'Umanità non sarà veramente costituita se non quando tutti i Po- · poli che la compongono, avendo conquistato il libero es~rcizio della loro sovranità, saranno associati in una Federazione repubblicana per dirigersi, sotto l'impero d.' una dichiarazione di principii e d'un patto comune, allo stesso fine : scoperta e applicazione della Legge morale universale>. Verso questo Ideale, cos} nitidamente proclamato fino dai primi inizi del suo apostolato, egli si tenne fedele, operoso, pertinace e invitto - malgrado le effimere s~onfitte, che sembravano infliggergli i fatti contemporanei - per tutta la travagliata e lÙ1ninosa sua vita. La futura Federazione dei Popoli è la meta direttiva di tutte le sue più eloquenti scritture. Ma quale è la condizione essenziale per la realizzazione di questo --- ideale? Anche su di ciò il grande italiano ha pensato, preveduto e scritto per il futuro. Dove termina il diritto d'una Nazione? Là dove s'in-contra col diritto di un'altra Nazione, a cui deve lo stess'o rispetto, che pretende pel proprio diritto. Sempre in connessione logica e coerente del suo principio : < la patria. per l' Urnanità, la patria a beneficio di tutte le patrie > senza di che < la nostra democrazia non sarebbe che un egoismo ravvolto in un nome pomposo > (Lettera a Kossuth dell' 11 novembre 1851) egli combattè, ovunque si manifestassero, le facili esagerazioni dell'orgoglio e gl' inconsci traviamenti del sentimento nazionale, deplorando che la santa parola naziònalità venisse < fatta sinonimo di un gretto, geloso, ostile nazionalismo >. Scrivendo nel 1861 a tre tedeschi i quali, < animati (nota il Saffi) da quel gretto patriotismo, che non vede ~ella indipende_nza dei vicini se non un pericolo per la prop-ria Nazione>, Io avevano accusato perfino di avere < a danno della Germania una debolezza per i croati e di nascondere il ,suo vero fine >, così nobilmente replicava : < Adoro la mia Patria perchè adoro la Patria ; la nostra libertà, perchè io credo nella Libertà: i no$iri diritti, perchè credo nel Diritto. La Nazionalità è per me santa, perchè io vedo in essa Io strumento del lavoro pel bene di tutti, pel progresso di tutti. La Nazione deve essere per l' Umanità ciò che la famiglia è, o dovrebbe essere, per la Patria. Se essa opera il male, se opprime, se si dichiara missionaria d' ingiustizia per un interesse temporaneo, essa perde il diritto all'esistenza e si scava la tomba>. Perciò· vide nella caduta di Napoleone III, una espiazione del cesarismo Biblioteca Gino Bianco ' ,...-
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