La Critica Politica - anno IV - n. 12 - dicembre 1924

-- Il concetto etico della Nazione in E. Renan· e in G. Mazzini Nel linguaggio volgare )e parole di razza, di stirpe, di nazionali/a si adoperano troppo leggermente come sinonimi. Ma già il Renan, nella sua celebre conferenza alla Sorbona nel 1882, risalendo alle prime delineazioni, che dopo il trattato di Verdun del secolo IX, si vennero formando d'una propria esistenza nazionale distinta della Francia, dell' Ii:ighilterra, della Spagna, della Germania e dell'Italia, notava come tale individuazione nazionale avvenisse per la < fusione di popolazioni etnicamente diverse ». Nè la razza, intesa ·nel senso fisiologico, nè la lingua parlata costituiscono un carattere sufficente per definire una Nazione. Francia, come osservava lo stesso Renan, divenne il nome d'un paese, nel quale entrò un' i_mpercettibile nJinoranza di Franchi. Se si bada alle sue popolazioni d'origine, la Francia è celtica, iberica e germanica; la Germania è germanica, celtica e slava; l'Italia, che precede nel suo sviluppo storico tutte le nazioni d'occidente, è il paese i cui popoli -primitivi presentano l'etnografia più imbarazzante: greci, etruschi, pelasgi, ,è liguFi o iberici, senza parlare delle invasioni posteriori, che s' incrocia- ' rono in una mescolanza inestricabile. Anche la Britannia, benchè paese insulare, offre una mescolanza di sangue celtico e germanico, di cui non : ,,. è facile definire le proporzioni. Il criterio delle razze, trasportato nel campo dell'etnografia delle Nazioni, è dunque scientificamente una chimera. Quando noi diciamo nel linguaggio usuale « razza latina:)) o < razza germanica» adoperiamo inconsapevolmente un termine di zoologia per indicare degli attributi essenzialmente morali; il concetto, che noi vogliamo esprimere, non è che un concetto di psicologia sociale, poichè intendiamo sintetizzare con quelle parole un complesso di attitudini, di atteggiamenti e di consuetudini mentali e politiche, le quali in realtà non sono un prodotto del colore dei capelli, della conformazione del cranio, o· di altre ryote somatiche corporali, ma un prodotto di fattori storici, morali, politici, culturali ed anche economici, che la convivenza ha generalizzato e trasmesso, come patrimonio ereditario, alle successive generazioni delle così dette due razze. Quanto più si evolve lo sviluppo civile di una gente, tanto più perdono d' importanza i caratteri che diremo zoologici delle razze. La storia universale ci dimostra, anzi, come il nostro Cattaneo pose in bella luce, che i popoli saliti ad un alto grado di civiltà in ogni parte del mondo, erano i più commisti. - Biblioteca Gino Bianco ' --

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