La Critica Politica - anno IV - n. 12 - dicembre 1924

506 LA CRITICA POLITICA hanno capito. Hanno capito intanto che il lealismo tradizionale dei nazionalisti verso Casa Savoia rende difficile se non addirittura impossibile ogni loro azione di resistenza, specialmente se armata, il giorno in cui il re si decidesse a dire a Mussolini di andarsene. E per ciò, quando fu giocoforza rinunciare a De Bono come comandante della Milizia, si opposero a che gli si desse per successore il generale Guglielmotti dai nazionalisti voluto, perchè uno dei· loro. Il contrasto tra nazionalisti e fascisti riapertosi in tale occasione si va accentuando. I fascisti accusano i nazionalisti di lavorare a disarmare e ad indebolire il fascismo. La politica interna di Federzoni è giudicata addirittura come antifascista. Certo è, ad ogni modo, che i nazionalisti perseguono, oggi come ieri, una loro politica che non è precisamente quella che Mussolini vorrebbe. Che Mussolini resti al potere ai nazionalisti interessa assai poco, purchè vi restino essi anche in caso di disgrazia del fascismo .e del suo duce. Si può anzi ritenere che tutta l'azione dei nazionalisti si svolga ora nel partito, nelle attuali circostanze difficili per il duce e per il fascismo, in vista di tale possibilità. Il nazionalismo sta così compiendo la funzione di tarlo roditore del fasci1mo. Non per questo, però, si salverà. X. Y. A PROPOSITO DI LIBERTÀ E DI GO VERNO FORTE ' « La libertà esiste in Italia» E una scoperta che proprio in questi giorni l'on.· Mussolini ha conzunicato al Senato, dopo avere assicurato appena qualche mese avanti che nessuno in Italia gli aveva richiesto libertà. Visto che ora gliela chiedono da tutte le parti, non riesce a rendersi ragione della domanda. La libertà esiste. Esiste perchè - nonostante i divieti per pubbliche riunioni, nonostante le disposizioni sulla stampa, la polizia in funzioné e il manganello in vista - i cervelli continuano a pensare e' l'opinione pubblica a manifestare come può e quando può decisamente il proprio scontento. Per Mussolini è libertà tuttociò che egli - nonostante i poteri e i mezzi eccezionali di cui dispone - non riesce a sopprimere. E in questo senso potremmo anche aggiungere che la libertà c'è dal momento che gl' italiani possono sempre, senza limiti di tempo, e cioè tutte le volte che ne abbiano voglia e bisogno, soffiarsi il naso e andare o non andare a letto all'oscuro. E in questo senso il governo di Mussolini può anche considerarsi un governo liberale. Per gl' italiani la libertà sarebbe, invece, nel diritto di governarsi a proprio modo, di scegliere secondo le loro pref erenze gli uomini che debbono guidare e risolvere gli affari dello Stato, nella possibilità data a tutti e a tutti garantita di esercitare gli stessi diritti, nella tutela sempre egualmente sollecita delle cose e delle persone, nella applicazione eguale per tutti di determinate sanzioni. A questa libertà - che Mussolini non intende e non intenderà mai - si riferiva Anatole France quando scrive11a: « non nego che la libertà sia il bene sommo per una Nazione, ma più vivo e più mi convinco che solo un governo forte può tutelare i cittadini». Tutelare i cittadini ! E cioè garantirli contro la sopraffazione, contro la violenza, contro la prepotenza. « Governo forte> nell'esercizio di questa sua suprema funzione, nella quale però - on. Mussolini -- la forza può venire solo dalla spontaneità e dalla larghezza dei consensi. Forza non di briganti insomma, ma di uomini giusti, imparziali, superiori al sospetto ! BibliotecaGino Bianco ' --

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