La Critica Politica - anno IV - n. 12 - dicembre 1924

504 LA CRITICA POLITICA realtà, ma intransigenti nel volere che il metodo sperimentale non ci allontani troppo per strade non nostre) il timore che l'odierno indirizzo possa dimostrarsi espressione di debolezza politica. È da augurare, frattanto, che il. partito non si irrigidisca, sotto il pretesto dello sperimento d'un metodo, in una unilateralità che non potrebbe non identificarsi in una forma personalistica, di per sè e per questo stesso polemica e pregiudizievole. Ecco perchè molti attendono da_ un Congresso Nazionale, più che il crisma di un metodo, infine eclettico ed opportunistico ed espressione anche, indubbiamente, di temperamenti personali, l'affermazione della vera unità spirituale e programmatica del partito. Roma, dicembre 1924 CARLO FRANCESCO ANSALDI, N. d. R. - Sullo stesso argomento, nel prossimo fascicolo, un articolo del prof. Fernando Schiavetti. Il passo avanti necessario L'ora che volge è triste ed oscura; ma è l'ora di un trapasso decisivo e salutare. L' Italia si è retta, dall' unificazione in poi, con un governo intermedio tra l'assolutismo monarchico-aristocratico di prima del 1848 e la democrazia integrale, quale maturò nella Svizzera e, dopo il 1870, nella Francia. Questi governi intermedi tra l'assolutismo e la democrazia, sia pure in forme diverse, furono comuni fino al 1914 a~tutti gli Stati dell'Europa continentale, la repubblica elvetica., la repubblica francese e l'impero russo eccettuati. Che anche l' Italia facesse lungamente la prova, era inevitabile, e fu bene. Storicamente, è qui il punto debole della critica repubblicana alla politica che fondò e resse il regno d' Italia. Le contradizioni e le dissimulazioni, di cui i repubblicani accusan·o il regno, sono vere : ma potevamo noi sfuggire alle une e alle altre ? L' Italia, quale era nel 1848, avrebbe potuto mutarsi di colpo in una democrazia, quale Mazzini l' imaginava? La storia fa meno salti, che non sembri a chi la studia alla sfuggita. Senonchè la guerra mondiale, rovesciando le grandi dinastie dell' Europa centrale e orientale, indebolendo per contraccolpo il principi0 dinastico nei paesi in c_uila monarchia si regge ancora, ha o rovesciato o indebolito queste forme intennedie. La democrazia, che tanti si affrettano a dichiarare morta, incomincia adesso, in Eµropa e quindi anche in Italia, come conseguenza della catastrofe che ha colpito, nella Germania, nell'Austria e nella Russia, il vecchio sistema monarchico dell'Europa. Quello che nel 1848 sarebbe stato un verosimile salto di Rodi sarà tra poco un passo, se non facile e piano, tale però che l' Italia potrà cimentarsi a superarlo, certa di riescire. Il cammino che essa prese nel 1848 la conduce direttamente a questo passo: che essa debba cadere a mezza via, ferendosi mortalmente, non si può credere. Noi siamo gli esecutori fedeli di una necessità storica, che sarà più forte delle passioni e delle illusioni di un'ora. GUGLIELMO FERRERO Biblioteca Gino Sia.neo ' --

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