La Critica Politica - anno IV - n. 12 - dicembre 1924

• IL FASCISMO NELLA SUA MENTALITÀ 499 nale follia di quella di voler piegare i fatti sociali alla nostra fantasia ? Ed invece tutta l'azione del regime fascista s'impernia proprio su questa follia. I nostri desiderii non possono nulla sui fatti sociali, come pure le . frasi più eloquenti. Il regime fascista continuerà a vivere fino al momento in cui la volontà di vivere della nazione, fondamento di tutte le realtà umane, non sentirà la necessità di cancellare l'assurdo delle sue divagazioni più arbitrarie e più incoerenti. * * * Il fascismo giura e spergiura sulla sua ferrea disciplina. È già ridotto ad un mosaico di crepe. Lanciando delle grandi parole che non hanno alcun significato, ognuno della pseudo-élite va per conto suo, ed ogni suo atto Io considera in rapporto a se stesso. Il fascismo dice di voier proteggere l'ordine, e l'ordine stesso è difeso con ragioni e mezzi di disordine, poichè ciascuno non vuole ammettere se non ciò che gli è immediatamente utile. Ogni fascista della cosidetta èlite vede tutto in rapporto a se stesso. Ecco perchè ogni fascista si sente un Duce. Ma sanno costoro che a non occuparsi se non di se stesso il cuore • si dissecca? L'individuo non è che un'astrazione. Non si può dire dove incomincia, dove finisce e quanto dura. Sola, la società continua, ed è una realtà. In quest'accozzaglia di déclassés che forma l'élite fascista si trovano: alcuni che son divenuti fascisti per debolezza di spirito, altri per imitazione, molti per disquilibrio economico, moltissimi per assoluta assenza di dottrina: poi la mancanza d'autorità spirituale in tutti loro ha facilitato grandemente il contagio. Naturalmente costoro sono qualche volta capaci di ragionamenti interminabili e complicati, come certi alienati, come pure di devozione e di eroismo, come certi criminali. Le grandi parole coprono i loro piccoli atti, ed è cos) che hanno fatto perdere a queste parole, col loro senso profondo, la loro virtù d' esaltazione. Ognuno vuol essere il prirno e non aspira che a destreggiarsi bassamente. S' impanca a competente senza conoscere nulla di nulla. Tutti parlano, nessuno ascolta. Tutti scrivono, nessuno legge. In quest'accozzaglia di isterici, di invidiosi e di megalomani, dove regna soltanto l'assurdità, è disprezzato ·quei che richiama la mentalità alla chiarezza ed al buon senso, le volontà alla disciplina ed i cuori alla sottomissione. Far danaro, parlar truculento, divertirsi, procurarsi la sensazione d'un momento più o meno elegante : ecco gli scopi ordinarii, la ragion di vivere di quasi tutti costoro. Essi non sentono e non sanno di aver· dei doveri, e quando esiste in un uomo quest'assenza di ogni dovere, non si può avere altro scopo che il godi1nento. Non doveri verso se stesso, poichè l' individuo isolato (come non può non sentirsi isolato colui chè · si preoccupa soltanto del proprio io?) non è -più che un accidente di un momen_to, non doveri verso il proprio mestiere o professione, poichè Biblioteca Gino Bianco

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