,. \ . I REPUBBLICANI SULL'AVENTINO 447 posta, cioè, sul terreno sul quale i repubblicani invano tentarono di trascinarla per sessanta anpi. Non si erano mai visti in Italia giornali di fede monarchica indiscussa e tradizionale dichiarare apertamente che la costituzione è violata, che non funziona più, che lo Statuto è virtualmente abolito in quanto esso ha di più geloso e di più liberale. E non è lo Statuto il patto giurato tra re e popolo che sta alla base della nostra costituzione politica? e se questo patto è infranto per volontà o negligenza di una delle parti chi vorrà più negare che gli italiani si ritrovano, dopo settant'anni di vita unitaria, di fronte al problema delle loro libertà elementari, allo stesso punto da cui partirono per iniziare l'opera del Risorgimento ? Questa è la logica della lotta politica che dovrebbe prevalere oggi davanti al governo fascista, il quale, fino a prova contraria, agisce in nome del Re, e non rispettando lo Statuto, coinvolge nella propria responsabilità anche quella della monarchia. I costituzionali avvertono che se ancora la lotta non è cos) nettamente impostata nessuno potrebbe evitare che ciò avvenisse, perdurando la pressione fascista ; e corrono ai ripari. Di fatti la pressione sull'Aventino varrà sopratutto a ripristinare il funzionamento dello Statuto ed a salvaguardare la monarchia da gli effetti di un inevitable moto rivoluzionario. Ora quai>è la posizione del partito repubblicano in questa manovra? In apparenza, dal momento che le opposizioni costituzionali hanno disertato il parlamento, hanno cioè deliberato di battersi su un terreno extra costituzionale, si potrebbe dedurre che i trionfa tori siano i repubblicani ; in effetto essi servono ai fini dei monarchici rivalutando il contenuto liberale dello Statuto proprio nel momento in cui nella pratica la 1 sua efficacia risulta nulla, o almeno molto discutibile. Ma noi, dicono gli amici della Voce, mentre siamo sull'Aventino stiamo predicando che lo Statuto è antiliberale; ed io, aggiunge il mio caro amico On. Giovanni Conti, ho in un opuscolo recentemente pubblicato dalla Libreria politica moderna illustrato ampiamente la insufficienza della carta Albertina ad assicurare le libertà politiche al popolo italiano. Sì, cari amici, voi predicate bene, senza dubbio : ma questa predicazione il nostro partito la fa da sessanta anni col risultato di sentirsi dire da un socialista come l' on. Turati che essa predicazione tende esclusivamente a sostituire le insegne dei tabaccai. Il giorno in cui le opposizioni dell'Aventino dovessero trionfare per le vie costituzionali, ed il fascismo isolato e braccato come una belva, cedesse il posto ad una coalizione di partiti di destra e di centro, questo aspro fermento di spiriti intorno alle libertà politiche sarebbe soffocato nell'eterno equivoco costituzionale, ed il partito repubblicano o sarebbe cacciato via come un cliente noioso ed esigente, o sarebbe ricattato, in ibl."oteca Gino Bianco
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