La Critica Politica - anno IV - n. 11 - 25 novembre 1924

RECENSIONI 187 RECENSIONI R. MoNDOLFO : La filosofia politica· in Italia nel secolo XIX. Padova, la Litotipo Edit. Universitaria. - L. 6. L'A. tratteggia Io sviluppo delle correnti spirituali in Italia nel secolo XIX e il loro influsso sul movimento politico. Il fermento che la Rivoluzione francese diffonde negli spiriti degli italiani, l'esigenza nuova che la sorgente coscienza nazionale ispira e la tendenza all'azione che ne sgorga, fanno sentire il bisogno di appoggiarsi ad una concezione diversa da quella che metteva capo al fatalismo del Foscolo e mostrava le sue conseguenze estreme nel desolato sconforto di Leopardi. La rivoluzione - dirà G. Ferrari - ha bisogno di fondarsi su una Filosofia che non sia scettica e demolitrice. Ed ecco il problema vivo da Ro- .. magnosi a Galluppi, da Rosmini a Gioberti. D'onde la reazione al sensismo e all'ideologia. Gioia e Romagnosi segnano già un rinno.; vamento entro lo stesso sensismo: affermano esigenze e tendenze nuove. Con Vincenzo Cuoco e Pasquale Galluppi s'inizia la corrente idealistica. Il Mondolfo indica, con molta efficacia le caratteristiche della nuova corrente attraverso il pensiero del Cuoco, del Galluppi, del Rosmini, del Gioberti e di Mazzini e le ragioni del dissidio tra questi due ultimi che furono i rappresentanti tipici ed eminenti delle due correnti politico-filosofiche idealistiche distinte col nomi di scuola liberale e scuola democratica. Per Gioberti poggiare sul passato e sulla tradizione significa necessità di valersi delle forze stesse del passato: la continuità senza scissioni, il passato che sempre genera dirige e domh1a l'avvenire; non mai la rottura dei vincoli, non l' insurrezione d~ forze nuove e ribelli contro il passato, come la conquista rivoluzionaria. Rinnovamento ma entro il cattolicismo ; non costruzione di religione nuova, ma riforma cattolica; non iniziativa dal basso, ma soltanto irradiazione di luce dall'alto. Per Mazzini invece la conquista della libertà e della indipendenza non poteva venire che da una conquista attiva della coscienza civile e morale, compiuta per interna virtù e sforzo diretto dei cittadini stessi. La Rivoluzione e l'azione sono concepite da lui unicamente come processo dell'autoeducazione. Il Mondolfo presenta infine gli aspetti essenziali del movimento filosofico italiano dopo il '70. Lo sviluppo iniziale e progrediente del1' industrialismo e quello delle ricerche e delle -conquiste scientifiche nel campo del pensiero danno ragione del sorgere e diffondersi del poBiblioteca Gino Bianco sitivismo, che ebbe in Carlo Cattaneo il suo precursore, e della sua posizione di predominio pure accanto ad altre scuole ed indirizzi tra c·ui quello dell'idealismo assoluto destinah> a balzare in prima linea all' inizio del XX secolo. I filosofi maggiori del XIX secolo, attraverso la formazione della coscienza nazionale, elaborarono anche la consapevolezza dell' importanza nazionale del problema sociale. La dottrina del materialismo storico, che in Italia ebbe con Antonio Labriola il suo migliore interprete, può trovarsi enunciata in Cattaneo, in Ferrari, in Mazzini come, più rigorosamente, in C. Pisacane. L1argomento del volume è quello stesso trattato dal Mondolfo in tre conferenze all' e: Istituto superiore di perfezionamento per gli studi politico sociali e commerciali > di Brescia nell'anno accad. 1922-1923. La forma necessariamente succinta della esposizione giova alla maggiore evidenza delle affinità e dei contrasti tra i diversi -pensatori e tra le varie correnti filosofiche. SAVEJ<IO MERLINO : Fascismo e Democrazia. Roma, Ed. di < Pensiero e Volontà>, Casella Postale 411. - L. 1,50. Fascismo e democrazia sono termini antitetici: i loro veri nomi sono dispotismo e libertà. Chi voglia comprendere cosa sia stato 'il Fascismo in Italia deve aver-e un concetto esatto e preciso di quello che è, o dovrebbe essere, la vera democrazia; e chi vuol giungere ad una nozione positiva e concreta della democrazia non ha che a guardare a ciò che è stato e a quello che ha operato il fascismo in Italia. Con queste premesse si apre lo studio di Saverio Merlino. La democrazia era morta da un pezzo in Italia quando il fascismo venne e la seppelll. Tra le cause che banno determinato il sorgere del fascismo e il suo facile successo debbono segnarsi la profonda diseducazione politica degli italiani e il discredito per la democrazia alimentato da certa propaganda socialista, e sopratutto (aggiungiamo noi, per quanto il Merlino non vi si fermi abbastanza) l'accentramento statale e la pratica antidemocratica dei partiti di democrazia. La dottrina politica che ha tenuto a battesimo ed ha consacrato il fascismo è quella secondo la quale il popolo, la moltitudine è incapace a governarsi, e il governo considerato come una grande industria o grossa azienda di affari, spetta ai pochi, ai c;apaci, insomma all'éllte della nazione e particolarmente all'uomo di genio che, emergendo fra tutti, riesce a conquistarlo. Il Governo è concepito dal fasciI

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