La Critica Politica - anno IV - n. 11 - 25 novembre 1924

NOTE E COMMENTI 481 · • che Mussolini si è assunto il compito di abolire stabilmente in Italia. Ad ogni modo questo discorso - assolutamente sproporzionato alla attuale situazione del fascismo - dà la misura esatta del grado di normalità raggiunto nel paese. Mussolini si esalta alla vista delle autoblindate e delle baionette che lo circondano. Egli solo è armato. Ma la forza delle armi meccaniche nulla potrà alla fine contro la forza, ben altrimenti armata, delle coscienze che si ribellano .. E questa forza cresce ogni giorno, anche in virtù di certi discorsi. Come s• è celebrato Vittorio Veneto. L'insuccesso delle manifestazioni commemorative della < marcia su Roma> ha fatto sl che la celebrazione della Vittoria, il 4 novembre a pochi giorni di distanza, potesse essere considerata dal fascismo quasi come una offesa a se medesimo. Era la vittoria della Nazione che si contrapponeva a quella della fazione, specie dopo che combattenti' e mutilati ebbero deliberato di voler partecipare solo a quella e di volerle dare particolare risalto e solennità. Non si vollero cosi manifestazioni grandiose, nè a Roma nè fuori. Il governo le avrebbe proibite, secondo quanto ha dichiarato in una intervista l'on. Viola, presidente dell' As- • sociazione Combattenti. Il Ministro delle Comunicazioni si rifiutò, dal suo · canto, di concedere per l'occasione le solite riduzioni ferroviarie per Roma. Alla Federazione Laziale dei com~ battenti - secondo quel che afferma l'on. Ponzio di S. Sebastiano - < pervennero da parte del governo consigli di evitare la venuta a Roma di altri combattenti>. Viceversa si provvide in ogni centro per far partecipare ai cortei patriottici il maggior numero di fascisti, in completa tenuta Biblioteca. Gino Bianco - di combattimento, maniche rimboccate, pistolone alla cintola, manganello o nerbo di bue in mano (a Roma ce n'erano di quelli che trascinavano tronchi d'albero addirittura!) comprese le avanguardie giovanili e i balilla. Gli appartenenti alla Milizia erano stati passati quasi tutti, per l'occasione, al ruolo di squadristi, mai abbandonato del resto. A Roma, mentre il direttorio della federazione laziale inviava ai vari fasci una circolare invitante le camicie nere, si facevano venire fascisti dalle· località anche più lontane, come Ferrara e Venezia. Lo scopo era duplice: impedire che - le manifestazioni del 4 novembre superassero per imponenza e solennità le manifestazioni del 28 ottobre e giorni successivi; dare alle manifestazioni stesse un carattere spiccatamente fascista. Sperarono i combattenti, i mutilati, gl' italiani in cui la passione partigiana non ha distrutto ogni senso di umanità, che l~ voce dei morti vittoriosi potesse servire a placare le ire, a unificare le anime: vollero gli altri diversamente. E la giornata fu turbata quasi ovunque in Italia dalla violenza della fazione armata. A Roma, a Milano, a Napoli, a Palermo, a Novara, a Bari, a Catania, in molte città, mutilati e combattenti solo perchè non appartenenti alla fazione o perchè da essa dissenzienti sul modo di pacificare ed elevare la nazione, si videro offesi, ingiuriati ed anche malmenati. Più gravi i fatti di Roma. Qui il gruppo dei combattenti dell' < Italia Libera > mentre, insieme alle altre rappresentanze di combattenti, si disponeva a partecipare al corteo, si vide improvvisamente circondato .e aggredito a oolpi di bastone e fatto bersaglio ad un intenso fuoco di rivoltelle da parte di squadre fasciste

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