La Critica Politica - anno IV - n. 11 - 25 novembre 1924

MAFFEO PANTALEONI 473 Ma anche in una forma di attività molto più lontana della scienza,. a cui il Pantaleoni non ha voluto adattarsi che assai di raro, negli articoli cioè divulgazione di singoli problemi ·economici per il gran pubblico, le stesse qualità di rigore logico e di chiarezza persuasiva si rivelano in misura anche più impressionante : ricordiamo uno dei più recenti, sul < Manicomio monetario >, che è un vero modello del genere. Perchè quest' uomo che nella polemica politica si lasciava trascinare cos) facilmente_ dalla passione, in materia di economia ha sempre conservato la più completa serenità di giudizio, ed in ogni occasione, anche dove l'interesse e la passione politica avrebbero dovuto indurlo ad adattamenti e rinunci e, ha sempre professato il più disinteressato rispetto per la scienza e la più scrupolosa f edeità vervo i principi direttivi, che da questa egli aveva derivato. Di tutte le forme di intervenzionismo in materia economica egli si è dimostrato sempre nemico irreducibile, anche se quelle forme fossero presentate sotto la veste della quintessenza di un nuovissimo nazionalismo dai suoi vicini ed amici politici. Le illusioni di quegli pseudo-economisti sono state descritte in forma così scultoria dal Pantaleoni, nel 1907, in un suo splendido quadro sintetico dei progressi della scienza economica nell'ultimo quarantennio, che non sappiano trattenerci dal riprodurne i passi più significativi. < L'economia politica, egli scrive, era nell'opinione pubblica prevalente all'epoca in cui ero studente, un'arte di notevole itnportanza sociale, una somma di intricate regole, di cui la conoscenza era necessaria all' uomo di Stato, all'uomo politico. Durava ancora l'opinione che, purchè afferrassimo bene le staff ettine delle nostre scarpe, sapremmo sollevarci da terra e librarci nell'aria .... < Si provava di arricchire la nazione tassandola e si chiamavano le tasse dazi protettori della ricchezza nazionale.... La rendita fondiaria pareva una cosa che andasse automaticamente e permanentemente crescendo e fosse cagione di molti mali, perlocchè si inventavano 1nezzi di eliderla < Talora è sembrato che l'agricoltura dovesse richiamare capitali in maggior copia e a prezzo di locazione più mite di quello corrente, o che la piccola proprietà fosse più desiderabile della proprietà più grande, oppure si è giudicato, da coloro che si curano degli interessi altrui, che i salari fossero o troppo bassi o troppo alti, o çhe l'emigrante dovesse dirigersi ad altri lidi che non fossero quelli che egli scieglieva, o anche restare a casa, o al ritorno investire i suoi risparmi conforme a consigli, che gli sarebbero dati nell'interesse nazionale; e si è anche giudicato di che profitto la gente che lo creava si dovesse ritener paga e si è tentato di regolarlo. Si cercavano rimedi al rincaro dei viveri, ma anche rimedi al rinvilio del grano o dei prezzi della proprietà fondiaria. Le Biblioteca Gino· Bianco· . . .. , .

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