La eticità dello Stato (HEGEL E MAZZINI) VI. Giuseppe M_azzini, senza aver avuto una profonda e sistematica conoscenza della nuova filosofia (1), esprimeva con una sensibilità morale che commuove noi, che solo ora cominciano .a comprendere le ragioni della sua ferrea costanza e dell'insistenza del suo apostolato, esprimeva, già in sè compiuto, quel rinnovamento spirituale delle coscienze eh' è forse ancora lontano dal realizzarsi per intero. La sua anima di idealista e religioso era angustiata da questo travaglio che la tormentava. Egli vedeva che quella fede in cui era cresciuto stava per esal!rirsi. Egli preannunciava e sentiva agitarsi nel suo petto una nuova religione, perchè era cosciente di predicare il verbo d'una nuova fede: < Quanta distanza tra questa credenza che fermenta nelle anime nostre e sarà ~ase alla morale dell'Epoca che sta- per sorgere, e quella che davano per base alla loro morale le generazioni che oggi chiamano antiche ! > (Doveri IV). Quale meravigliosa e limpida visione nella sua mente I Ecco perchè diciamo che Mazzini comprese in tutta la loro interezza e novità le scoperte della moderna filosofia; perchè non fu, la sua, l' intuizione unilaterale d' un nuovo criterio etico o di un nuovo concetto dello Stato, ma tutta, nella sua profondità, una nuova concezione della vita, o sia, se non si travisa il termine, una nuova Religione (la quale è ben lontana dall' identificarsi, come la metafisica dell'idealismo, con una concezione panteistica o mistica). >. Mazzini inverava nel suo intimo spirito la filosofia di Hegel, traendola dalle contraddizioni in cui era ancora inviluppata nella trattazione di problemi particolari ; per questo diciamo ch'egli segna un passo innanzi nella storia del pensiero. Egli portò a distinzione nella sua coscienza la razionalità e il valore pratico e morale della nuova concezione che s'afferma, come lo sviluppo della scoperta kàntiana, con Hegel, mentre anche quest'ultimo filosofo .non aveva scorto molto più in là del valore meramente speculativo delle sue inqagini. A questa piena coscienza dei nuovi valori morali e lucida comprensione dei loro fondamenti filosofici, egli trovò la via appunto - se non erriamo - nel concetto di Nazione. (1) Per quanto si appelli, più volontieri che all'idealismo tedesco, a Dante, ai nostri filosofi del Rinascimento, e a Vico che studiò in particolar modo, egli ebbe anche direttamente e, io credo con una certa larghezza, la conoscenza di Hegel. Le accuse rivolte da lui più tardi all'hegelismo si riferiscono alle degenerazioni della scuola e a notizie certamente apprese di seconda mano. Biblioteca Gino Bianco
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