La Critica Politica - anno IV - n. 11 - 25 novembre 1924

462 LA CRITICA POLITICA che risolvano in sè e superino le precedenti, n1a nello stesso tempo respingono la pretesa del frettoloso e definitivo colpo di spugna cancellatore, irridono la mania del rifare tutto dalle fondamenta, rifiutano di prestar credito ai sogni di immaginose e meravigliose costruzioni. I non liberali negano tutto l'avvenire, se conservatori, negano tutto il passato ed il presente, se distruttori; i liberali accettano tutto, soltanto lo costringono dentro i limiti e l'alveo della realtà immediata operando sempre entro e sopra di lei ; ecco perchè il' liberale si mantiene sempre liberale, mentre il non liberale, oggi conservatore inflessibile può senza difficoltà doventare domani il radicale innovatore, o viceversa : quanti conservatori arrabbiati dell' 89 diverranno furibondi rivoluzioriart, mentre il capitano giacobino Bonaparte diverrà il despota del 1812; ma il marchese di Lafayette il < patriaca della libertà » dalle trincee dell'America _ in poi, rimarrà sempre sulle barric~te, nell' 89, nel' 92, nel' 30. Giacchè sentirsi liberali significa possedere una speciale forma mentis, uno stato d'animo peculiare, caratteristico, innato : è un aspetto del carattere, una dote psicologica, una speciale orientazione di sentimenti: o si nasce liberali o non potremo mai diventarlo. Il liberale è un realizzatore, un empirico, ma non perchè sia scettico e rifiuti di addentrarsi nella speculazione metafisica : scetticismo è contradditorio di liberalismo, non si può essere liberali se non si è ottimisti, uomini di fede. Liberalismo è, in fondo, qualche cosa di simile all'arte. L'artista non persegue una rigorosa costruzione razionale allo scopo di conquistare una verità scientifica e neppure pretende di esprimere l'essenza del Bene assoluto, ma si abbandona all'esaltazione estetica e crea il Bello, senza preoccuparsi se sia Vero o Buono, ma naturalmente, per interna necessità, riesce appunto al Vero e al Buono. Così i liberali attuano un sereno equilibrio, che è per loro individualmente purificatore, lo affidano con sicurezza alle .forze stesse che . tendono a superarlo, lo creano e lo ricreano di continuo, giungendo così ad una costruzione bella, e perciò vera e buona; i liberali sentono la poesia della politica, fanno la politica per la politica, come gli artisti sentono la poesia della vita, come attività, fanno l'arte per l'arte; ugualmente poeti, della vita gli artisti, della politica i liberali. Perciò come è assolutamente itnpensabile, anzi una vera contradizione in termini, una disciplinata e rigida org~nizzazione di poeti, altrettanto contradizione in termini, altrettanto impensabile è una rigida e disciplinata e permanente organizzazione di liberali. Ma nella storia incontriamo, col nome di liberali, partiti organizzati e disciplinati: ebbene, bisogna verificare volta per volta se essi abbiano veramente assolto quella determinata e precisa funzione storica che ho affermato propria del liberalismo ; giacchè spesso il no1ne di liberali non è che una semplice tradizione formale ed esteriore, mentre altri partiti o gruppi che si presentano con etichetta affatto diversa, esplicano proprio essi azione vera1nente liberale. Di solito un partito- liberale or- • ' -- .Biblioteca Gino Bianco

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