La Critica Politica - anno IV - n. 11 - 25 novembre 1924

• Per il trattato di commercio italo-tedesco LE NOSTRE ESPORTAZIONI Nel considerare le esportazioni italiane bisogna trascurare quelle degli anni della guerra ·e dell'immediato dopo guerra, la cui media non può costituire un indice sicuro della normale capacità dei nostri prodotti a tenere i mercati esteri e delle preferenze dei mercati esteri verso i nostri prodotti. Perciò, volendo istituire un confronto fra l'anteguerra e il dopo guerra, bisogna prendere gli anni 1913 e 1923, meglio il 1924, perchè in quest'anno sono stati tolti di circolazione i marchi carta, che erano un forte impeditnento all'esportazione dei nostri prodotti in Germania, ove nell'anteguerra affluiva la maggior parte dei nostri prodotti della terra. Nel 1913 il totale delle nostre esportazioni fu di 2.512 milioni di lire, nel 1923 di 11.059 milioni e nei primi sette mesi del 1924 esso è stato di 7.515 milioni. Tenuto conto della svalutazione della moneta, le esportazioni sono oggi pur sempre maggiori che prima della guerra. Qual' è il contributo di ciascuno dei vari gruppi di prodotti ai totali surriferiti ? Pur escludendo dai prodotti agrari quelli dell'industria laniera e del- -I' industria serica, essi rappresentano un terzo del totale delle esportazioni, e cioè 936 milioni qi lire (631 milioni di prodotti agrari greggi e 305 di prodotti agrari lavorati) nel 1913, milioni 3.67 4 (2.357 e 1.317) nel 1923, e, nei primi sette mesi del 1924, milioni 2.630 (1.675 e 955). Ma l' importanza di queste cifre risulterà maggiore considerando che un buon terzo delle esportazioni non agrarie è dato dai prodotti della sericultura, alla quale gran parte della materia prima è fornita dalla bachicultura italiana. L' industria della seta esportò infatti per 494 milioni di lire nel 1913, per 1950 milioni nel 1923, e ha esportato per 1581 milioni dal 1 ° gennaio ' al 31. luglio del 1924. Sommando le cifre delle esportazioni di questi due gruppi di prodotti, che possono considerarsi come un sol gruppo anche per il comune interesse alla libertà doganale, si trova che esse rappresentano più della metà di tutte le nostre esportazioni. Si ha infatti: per il 1913, milioni 1430: per il 1923, milioni 5.624; e-per i primi.sette mesi'" del 1924, milioni 4.211. Ecco ora alcuni dati relativi alle esporta_zioni di altri prodotti: l' industria cotoniera (che, dopo la sericultura, esporta più di tutte le altre industrie) esportò per 253 milioni nel 1913, per 1. 1s~1 milioni nel 1923, Bi li.otecaGino Bianco I

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