La Critica Politica - anno IV - n. 10 - ottobre 1924

. ' . ' Nel secondo anniVersario- della Marcia Le gerarchie fasciste si apprestano a celebrare il secondo anniversario del loro avvento, esaltando liricamente l'opera compiuta nel biennio e rinnovando l'ostentazione del grande dispregio, in cui tengono tutto quello che prima del lor e trionfo da altri fu fatto e quello che da altri viene detto o solo pensato in contrasto con esse. Nel secolo della relatività, per le gerarchie fasciste il relativo non esiste : ciò che reca l' impronta fascista è grandioso, è degno di storia e di epopea, e ciò che quell' impronta non reca è viltà, turpitudine~ abominio : il chiaroscuro non esiste, e la retorica più secentista ricorre come motivo fondamentale nella prosa dei giornali ligi al regime e qelle orazioni dei molti gerarchi sempre pronti all'autoesaltazione. Nel discorso ai costituzionali del Cova il capo del fascismo ha riassunto l'attivo del bilancio di questo biennio, soffermandosi sui successi conseguiti nel campo della politica ester~, nella politica finanziaria, nel~e riforme delle Scuole della Burocrazia e degli Enti locali, e.nella scomparsa degli scioperi, affermando che in ognuno di questi campi il suo Governo ha seguito una direttiva rettilinea e ha segnato un'impronta incancellabile, meritandosi l'ammirazione e la gratitudine del Paese. Sulla traccia di quel discorso la stampa fascista viene preparandosi alla celebrazione dell'anniversario. Anche chi voglia porsi su un terreno di obiettività serena e si sforzi di vincere ogni tentazione ipercritica, è costretto a fare le più ampie riserve sui risultati dell'attività governativa durante questo biennio. Prescindendo dai problemi di politica estera, che sono molto complessi e .non possono essere discussi se non con grande cautela, è pacifico che le riforme sullo stato giuridico della burocrazia e le innovazioni alle leggi regolatrici della vita degli enti locali hanno avµto un carattere meramente formale e privo di ogni efficacia pratica ; è del pari pacifico che ~a Riforma Gentile, per la fretta con cui si pretese di applicarla nella sua integrità, ha sconvolto il vecchio· e difettoso organamento della Scuola Media ma è ben lungi dall'averci dato un ordinamento nuovo,. per cui professori allievi e famiglie si muovono a disagio in un terreno terremotato e ~ercano faticosamente il punto di equilibrio stabile. La, scomparsa degli scioperi appare il frutto di una coercizione politica, anzichè il risultato di una più alta educazione sindacale dei lavoratori e degli imprenditori: è un ordine esteriore e coattivo, non un ordine interiore e volontario, e nasconde il tragico pericolo di una riscossa tuBiblioteca Gino Bianco

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