430 LA CRITICA POLITICA sati governi un liberalismo meridionale che si imponesse alla nazione col compierne l' unità e col darle la capitale. Il nemico era ancora quello dei decenni precedenti, il partito conservatore che a Roma dominava; sicchè è da credere che se la marcia su Roma del 1862 fosse riuscita, mentre sarebbero rimasti acquisiti nel campo materiale i risultati delle lotte del 1859-60, lo spostamento dei partiti politici che da quei fatti era stato generato sarebbe stato tutto altrimenti indirizzato, ritornandosi in sostanza alla posizione dei partiti prima dell' unità. Le truppe che ad Aspromonte sbarraroo.o a Garibaldi il cammino non furono spinte soltanto da ragioni di politica estera, ma anche da necessità di conservazione del liberalismo piemontese di destra ; le fucilate di Aspromonte non ferirono soltanto il generale Garibaldi ma colpirono a morte il liberalismo del mezzogiorno e, chiarendolo inabile a risolvere in modo autonomo la questione nazionale, annullarono per lungo lasso di tempo la possibilità che il sud si inserisse per virtù propria nella vita della nazione. Chè il capeggiare la opposizione di sinistra tra il 1862 e il 1876 e offrirle le proprie risorse elettoral~ fu per il mezzogiorno inutile ; la sinistra che salì al pote-re nel 1876 aveva con Depretis e Cairoti data · 0auzione alla Italia del nord. GIUSEPPE VESCOVINI IL DOVERE DELLE OPPOSIZIONI I . Non rientrare alla Camera. Non lasciarsi trascinare nell'equivoco parlamentare. Questo è l' imperativo categorico per le opposizioni. Tra la libera volontà di popolo che esse rappresentano e la maggioranza uscita dalle scandalose elezioni del 6 aprile non vi possono essere punti di contatto. E poi : ritornare alla Camera per fare che cosa? Per determinare forse un voto contro il Governo ? Ma i deputati di opposizione costituiscono già un blocco compatto di voti contro il Governo e sul quale non sono possibili equivoci ! Alla Camera o per assenza o per altre ragioni qualcuno di quei voti potrebbe disperdersi. Così no. Quanto agli altri - a tutti quei signori cioè che, avendo per due anni dato la propria solidarietà al Governo e avendone ricevuto il mandato parlamentare, sentono ora il disagio della loro posizione e di fronte alla gravità della situazione si preoccupano di riacquistare la propria autonomia - chè facciano, se hanno sufficiente volontà e coraggio. Anzi l'unico modo per aiutarle ad avere • coraggio è.... lasciarle sole di fronte alle responsabilità di ieri e a quelle più gravi di domani. Che poi - come si pretende - le opposizioni debbano scendere dall'Aventino per impedire una ulteriore svalutazione del sistema parlamentare, c' è da rispondere che questa Camera non è suscettibile di valorizzazione. La forza delle opposizioni è almeno in questo atteggiamento negativo. Guai se vi rinunciassero ! Avrebbero perduto la battaglia e l'onore. Biblioteca Gino Bianco
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