La Critica Politica - anno IV - n. 10 - ottobre 1924

L'ESAURIRSI DELLO SPIRITO LIBERALE NELLA STORIA DEL RISORGIMENTO 427 classi sociali eran chiamate a contribuire, creava problemi nuovi e co- . munque inquietanti, di cui i ceti conservatori consideravano con terrore ogni soluzione. * * * Esposta cos) la situazione dei partiti politici innanzi al 1859, scopo del presente articolo è seguire, il processo per il quale i ce~i conservatori, che in quel periodo in ·Piemonte osteggiavano Cavour e altrove erano favorevoli ai particolari governi, siano andati scomparendo come forze autonome dalla vita politica italiana e come la mancanza di autonomia dei ceti conservatori nella estrinsecazione dell'azione politica abbia condot_to ad annullare le capacità liberali del partito che, con metodo e finalità liberali, aveva fatto l' Italia. Dopo gli anni densi di avvenimenti del 1859-1860, nei quali la unità d' Italia si compì in modo troppo più rapido di quanto sarebbe occorso perchè gli italiani ne intendessero a pieno il valore, il partito di coloro che erano stati i sostenitori dell'antico statu-quo in Italia si scisse senza contrasti. Da un lato rimasero coloro che erano i sostenitori convinti · dell'antico ordine di cose. Ma essi erano pochi di numero, incapaci per le loro stesse idee di costituirsi e di mantenersi come partito giovandosi e adattandosi a quel regime liberale che essi negavano, ed infine il particolarismo proprio a molti di essi i'mpediva loro di esercitare ·un'azione uni-ca per tutta Italia. Così l'allontanamento degli antichi sovrani dell' Italia e l' indebolimento dell'Austria che aveva dominato la , situazione precedente non lasciarono al nuovo Regno di Italia alcuna preoccupazione che lo costringesse a rimanere saldo nelle posizfoni raggiunte pel pericolo di un contrattacco. Gli austriacanti, i conservatori si rassegnarono a sparire come tali dalla Scena politica, non parteciparono ai plebisciti, non si affermarono nelle elezioni, ma, come convinti della ineluttabilità della loro sorte, si ritrassero in disparte lasciando il passo ai nuovi e ai vincitori. . E che tale ritrarsi di questi ceti dalla politica fosse in sostanza dovuto a riconosciuta insufficenza delle proprie forze, è provato dal contegno diverso tenuto nelle medesime occasioni dalla Santa Sede, prima te~- tando dopo il 1860 di dar corpo a fantastici tentativi di reazione borbo- , nica, poi dopo il 1870 accettando di partecipare, sia pure in mo~o negativo, alla vita politica italiana con quel non expedit che non fu revocato se non quando vennero a mutarsi profondamente le situazioni ed i problemi politici. Ma la massa dei < buoni sudditi > dei cessati paterni governi, che aveva appoggiato l'antico ordine di cose non perchè ne fosse sostanzialmente convinta, ma perchè paurosa di ogni r:nutamento, non aveva · verso il nuovo Stato unitario quelle ragioni ideologiche di dissenso che respingevano gli antichi capi fuor dalla lotta poUtica. Tanto più che il . Biblioteca Gino Bianco .. •

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