CONTRO LO SPIRITO DEL PASSATO * * * 399 Si dovrebbe pensare che l'esperienza sia stata tale e tanta che nessun pericolo ci sia di ricadere negli errori ~ nelle situazioni del passato. Eppure non è precisamente cosl. Nulla ci dice ancora che dell' esperienza si sia tratto sufficiente profitto. Si riconosce spesso e volentieri che si è errato, ma come e perchè, ecco un esame che quasi nessuno ha fatto e fa per proprio conto. Di solito se ne attribuisce la responsabilità alle circostanze o agli altri, amici o avversari. Ad ogni modo si preferisce non discuterne, anzitutto per .... non dare agli avversari ulteriori soddisfazioni, poi perchè si pensa, anche qui, che a discuterne resti sempre tempo. E intanto si ricomincia - dove si ricomincia - esattamente come prima. E proprio collà buona intenzione di non < ripetere gli errori di ieri > I Abbiamo, ad esempio, sott'occhio le proposte di riforma dello Statuto <!ella Confederazione del Lavoro in vista di una prossima ripresa del . movimento operaio. La classe lavoratrice è quella che dal fascismo ha maggiormente sofferto. Delle organizzazioni create per la sua difesa e per la sua emancipazione poco o nulla più resta. Riprendere, per quanto ha riguardo all'organizzazione sindacale, vuol dire ricominciare da capo. Se gli uomini che diressero la Confederazione volessero farsi centro della riscossa operaia italiana, noi diremmo senz'altro : ben.issimo, è un vostro diritto ed è anche un dovere. Ma essi non si limitano a ciò. Prendono l' iniziativa, ma per attribuirsi il diritto di stabilire fin da questo , momento e per tutti le forme e le regole - l'ordinamento e il modo di funzionamento - dell'organismo destinato a raccogliere le forze operaie. E dimenticano che l'unione operaia può solo risultare da un'opera di onesta cordiale e larga collaborazione, che non si può fare una casa senza conoscere i desideri e i bisogni di tutti coloro che dovranno occuparla e che, dopo il fascismo, è presumibile che diritti di monopolio nella vita politica e sociale non saranno troppo facilmente riconosciuti e tollerati. È però il modo come essi pensano di poter ricostruire la casa d~ll' organizzazione operaia che ci colpisce come una rivelazion~. Questi uomini, che hanno diretto per tanto tempo le cose della Confederazione · del Lavoro, sono rimasti incrollabilmente fermi nelle loro vecchie posizioni mentali. La loro concezione autoritaria, centralistica, antidemocra• tica infine, dell'organizzazione sindacale non ha sub)to una scossa. La esperienza non ha insegnato loro proprio nulla, nemmeno l'esperienza fascista. Molto amici della libertà allorchè stillano ordini del giorno per la stampa, lo sono assai poco quando il problema della libertà si pone praticamente, come cosa da attuare, nell' interno dell'organizzazione operaia. Anche qui, nello statuto che dovrebbe serv:ire di base alla futura ConfederazioRe dei lavoratori italiani rendono in un articolo, il primo, iblioteca · ino Bianco
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