La Critica Politica - anno IV - n. 10 - ottobre 1924

IL PROBLEMA DELLA PACE EUROPEA 411 Non .si arriverà a una situazione generale di pace in Europa senza che le · Idee di democrazia tornino in onore. L'eguaglianza per i popoli, il rispetto delle piccole nazioni, l'antipatia per il militarismo e per le dittature, sono i migliori artefici della pace. ,,, Ma è possibile arrivare alla pace? Noq basta constatare i danni della guerra, nè mostrare che essa nuoce cosi ai vincitori com~ ai vinti e che rappresenta una inevitabile decadenza per tutti : ocèorre vedere se vi sono le condizioni che possano rendere possibile la .pace. . I sintomi di profonda d~cadenza dell'Europa ci obbligano a considerare se non sia venuto il momento in cui, all' infuori di ogni ricordo del passato, di ogni antipatia, di ogni rancore, si possa ricostituire l'Europa in una unità organica e avviarci verso una federazione da prima economica e poi politica. La più grande difficoltà è nel contrasto tra Francia e Germania : la Francia ha molte risorse, la Germania ha molti uomini. Vi è il ricordo del passato : ma vi è ora sopra tutto per la Francia, la preoccupazione dell'avvenire. Il ricordo del passato non è un ostacolo molto grande, quando si tratta della esistenza. Inghilterra e Francia hanno battagliato per secoli; non si sono trovate insieme nell'ora del pericolo? Ciò che è il vero ostacolo è la preoccupazione dell'avvenire. . La stampa non sempre compie opera di pace. La stampa dell'Europa centrale e della Gran Brettagna è in molta parte nelle mani di grandi organizzazioni industriali e di « profiteurs de guerre»: non esercita sempre un'azione util~.. Ma è far troppo onore agli speculatori di guerra credere che abbiano sogni tenebrosi e visioni politiche contrari alle nostre. Essi ,desiderano guadagnare il_ più che possibile con la guerra e con la pace. E se domani il movimento operaio e l'azione degli intellettuali spingeranno verso la pace, essi speculeranno con lo stesso ardore sulla pace, come han speculato sulla guerra. È possibile parlare degli Stati Uniti di Europa? Prima della guerra anche alcuni uomini di reazione parlavano di questo ideale : ma in passato non vi era la possibilità materiale. Quando fra Stockholm e Roma, fra Pietrogrado e Madrid, vi era bisogno di mesi per comunicare, il sogno era piuttosto chimerico. Ma ora che si telegrafa e si parla a grandi distanze ; che un treno diretto può fare senza difficoltà .più che duemila chilometri al giorno ; che. l'aviazione riunisce i centri vitali della vita europea: ora si può pensare alla unione. Esiste anche troppo grande contrasto fra le forme della produzione e degli scambi che sono molte moderne e gli sviluppi delle forme politiche e della vita sociale che sono molto arretrate. Tutto lo sforzo deve essere a metterli di accordo. Lo sviluppo meraviglioso degli Stati Uniti di America dipende in mo~ta parte che essi hanno un territorio quasi uguale a quello dell'Europa e 48 Stati ; ma i 48 Stati sono uniti in uno Stato so1o, non hanno barriere doganali fra loro e sono sotto una stessa legge e utilizzano quindi tutte le risorse. Fra i 106 milioni di abitanti degli Stati Uniti vi sono tutte le razze di Europa e perfino 10 milioni ~ mezzo _di negri; vi sono quasi 14 milioni di bianchi nati all'estero in ogni parte 1 di Europa ; vi sono quasi 16 mil~onidi figli di genitori stranieri. Ma tutti sono uniti dall' ideale americano. È possibile un ideale europeo ? Si può sperare ~ una unione non molto lontana ? Non si potrà arrivare a un ideale europeo, in cui ciascuna nazione conservi .. Biblioteca Gino Bianco

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