La Critica Politica - anno IV - n. 10 - ottobre 1924

406 LA CRITICA POLITICA d·ell'on. Orlando e le titubanze celestinesche dell'on. De Nicola sono inadeguate al momento che l'Italia attraversa : a un loro interregno. ci par quasi preferibile quello del generale Giardino, che almeno· avrebbe ·aperto e confessato carattere di transizione. Anche questo interregno sarebbe però sterite di ogni beneficio se. in seno al cartello delle opposizioni non si elabori una conce~ione m·eno astra~ta e formale di quella in cui ora si racchiudono, per dissimulare la loro incapacità di azione. In questa fase critica della situazione, mentre si, manovra a coperto, noi ·siamo convinti che la gioventù studiosa abbia il dovere di ortenfarsi sui problemi concreti, ponendoseli chiaramente e ricercando le soluzioni adeguate: crediamo che ai superiori interessi della Nazione si provveda meglio formando gruppi di cultura politica, come quelli di Rivoluzione liberale e 'della nostra Critica, che inquadrandosi in un partito di masse o tentando la costituzione di un nuovo partito a larga base, e non diamo quindi la nostra adesione personale nè alla Lega italica di Sem Benelli nè alla iniziativa dell'on. Gaetano Sàlvemini per l'adesione dei suoi amici al Partito socialista unitario.· L'on. Benelli ha pubblicato le regole della sua Lega, e in esse fra mezzo a molta letteratura e a molta retorica non mancano punti che hanno il nostro pieno consenso. Il deputato toscano mostra di comprendere tutta l' importanza che ha il regionalismo ; egli chiede che i suoi aderenti studiino la missione lavoratrice di ogni regione italiana, dichiara il suo culto per la bellezza e la varietà regionale d'Italia, rivendica le autonomie comunali, esprimendo l'augurio che i comuni si liberino dallo spirito di fazione ch'e li deforma e li inquina e divengano centro della riorganizzazione statale; afferma che < l'Italia nel suo grave accentramento statale - costoso avvilente asfissiante esposto ed aperto a tutte le speculazioni politiche finanziarie industriali a suo danno - è incapace a raccogliere e a coordinare tutta la ricchezza e la virtù, che l'opera e l'anima delle varie regioni offrono alla Nazione>: e conclude esaltando l'onestà, la rettitudine, la fede, la parsimonia, l'intelligenza e la concordia contro l'inganno, la speculazione, il tradimento, lo spreco, il fasto, e condannando recisamente < l'ottusità bestiale coronata di gran• dezza per mezzo della prepotenza > e tutto ciò che umilia inasprisce e divide gli italiani. Noi, a parte l'esuberanza degli aggettivi, sottoscriviamo senza riserve a questi propositi idealistici e alle affermazioni regio. · naliste, che costituiscono il nostro credo. Ma ,può seriamente pensarsi a un'organizzazione politica efficiente sulla base di questo programma letterario ? Può sperarsi con un proclama, per quanto nobile nelle sue aspirazioni e nelle sue motivazioni interiori, di suscitare un consenso largo e travolgente, e di sprigionare da esso una azione politica coe• rente ai principii enunciati nella· teoria ? A questi interrogativi non possiamo dare .una risposta af~ermativa, e non diamo l'adesione alla Lega italica. · .. Biblioteca Gino Bianco

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