La Critica Politica - anno IV - n. 8-9 - 25 settembre 1924

NOTE E COMMENTI 395 ha piil radici nell'anima popolare, anzi ha seminato attorno a sè l'antipatia e l'avversione .... Non fate dunque a fidanza, on. Mussolini, sull'ultima· trincea ed anzi uscite all'aperto avanti che sia troppo tardi. Farete il vostro interesse e quello del Paese il quale vi ha dato abbastanza onori e soddisfazioni per aver diritto di pretendere da voi di non essere sacrificato alla ostinazione dei vostri caporali >. Sangue ammonitore. Ed ecco che un nuovo delitto riempie di pietà e di orrore il paese. La vittima è questa volta un deputato fascista:· l'assassino un demente, un alcoolizzato, un senza partito. Forse, essendo l'assassino un frequentatore di casa della vittima, in questo delitto non vi sarà stato nemmeno un movente politico. Ma lo spirito pubblico non va a queste sottili ricerche e distinzioni di cause e di responsabilità. Sa che l'aria è avvelenata di violenza e di odio - che il delitto è comunque un frutto malefico dell'ambiente. E sente che nell'ambiente intossicato la civiltà italiana muore. E chiede, vuole, pretende che l'ambiente sia purificato, che finisca il terrore, cessino le violenze, e tutti gl' italiani siano italiani tra italiani. Basta con le vittime 1 Pace e libertà ali' Italia 1 NOI RECENSIONI t OSEA FELICI: Il Brasile com'è. Milano Anonima Libraria ltaliana.- L. 12. Il Felici ha fatto un lungo viaggio al Brasile coli' intenzione di conoscere quell'immenso paese. Queste lettere, già inviate al < Giornale d' Italia> ci lasciano ritenere che egli vi sia riuscito almeno per quel che del Brasile a noi italiani particolarmente interessa. Il problema della nostra emigrazione trova infatti nelle paBiblioteca .Gino Bianco gine del Felici una illustrazione chiara, precisa, molto utile a chi voglia intenderlo e cooperare a risolverlo con spirito nazionale. G. PoRZIO: Crispi é i Mille (Il diario del 1859). Firenze, Soc. An. Editrice " La Voce n• - L. 6,50. . Il Diario del Crispi, apparso per la prima volta della < Riforma illustrata> del gennaiomarzo 1885, è uno dei documenti più interessanti della storia del Risorgimento. Ci fa cctnoscere meglio l' uomo, Crispi, e ci permette di valutare le difficoltà attraverso le quali si venne maturando la spedizione dei Mille. Il diario incomincia col 1 marzo 1859, colla dichiarazione dei mazziniani avversa all'alleanza franco-sarda firmata anche dal Crispi ; segue il ~rimo viaggio di avanscoperta in Sicilia; il ritorno a Londra e il secondo viaggi• nell'isola tra difficoltà maggiori per gli accresciuti sospetti della polizia borbonica; poi il viaggio in Grecia, la permanenza a Malta da dove Crispi invia al Mazzini due lettere - relazioni molto importanti; quindi i viaggi a Gibilterra, in Spagna, e infine quello a Moctena per conferire col farini, e a Torino. Il diari<> si arresta al 10 dicembre 1859. Guido Porzio fa precedere il diario da una prefazione sull'attività di Francesco Crispi fin~ al 1865. GUGLIELMO IANNELLI: La crisi del Fascismo in Sicilia. Messina, Ed. della Balza Futurista. - L. 3. L' A. è un Fascista della prima ora, deluso. Una organizzazione di buona marca fascista. egli afferma, non è mai esistita in Sicilia. Intanto fin dal giorno in cui fu organizzato nella regione, in nessun momento, ha presentato uomini che avessero voglia di romperla col passato. Gli uomini inviati poi nell'isola dal fascismo non hanno mai posseduto il problema centrale Siciliano. < Il Fascismo venne in Sicilia perchè chiamato dalle vecchie consorterie, e non poteva far paura (come infatti non ne fece) perchè esso si asservl completamente, e quasi dappertutto alle mire prestabilite di ogni volpone che avesse un feudo politico da difendere, da ripren - dere, o da conservare >. La Sicilia attendeva ben altro. < Quaggiù, dopo la guerra - scrive in altro punto l'A. dell'opuscolo - si attendeva infatti l'irrompere di forze che si schierassero liberamente a favore di una nuova e viva libertà, e non ripetessero le solite frasi stonate pronte a magnificare uomini e cose degni della forca e del più rancido I .

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