La Critica Politica - anno IV - n. 8-9 - 25 settembre 1924

NOTE E COMMENTI 393 Noi anzi gridiamo : amiamoci accordtamoci ; armonizziamo la P;tria l Sia finito il terrore, sia finita la storia ,dei Bianchi e dei Neri I I fanci':1lli d'Italia ~iprendano le opere benefiche e lascino le armi l I fanciulli morti sul Piave, combattendo l~ barbarie, implorano questo, senza riposo! Chi si prepara ad uccidere il fra- .tello sappia fin d'ora che non avrà riposo mai più l Uccidere è facile : vivere e morire sono aspri e dolorosi: e non trovano .aiuto che nella nostra coscienza 1 Questo noi imparammo dai mag- .giori, dai veri e grandi maestri del1' Italianità e dai parlanti esempi della Storia l E perciò, mirando a tutto il Popolo Italiano cioè all'operante complesso -di tutti i sapienti, di tutti gli artefici, <li tutti gli operai, di tutti i produttori di nostra gente, sorgiamo con .ardore e schiettezza per aiutare l' Italica Idea a trovare finalmente la sua forma perfetta e perennemente periettibile nell'Italia nuova, nell'Italia buona, onesta, giusta, serena. E ci proponiamo di essere tali che, per combattere noi, bisogni calpestare l' Italia e l' Italiano e la loro più alta missione nel mondo. SEM BENELLI >. Per la patria, dunque, contro la fa- .:zione. Il documento è importante per la esigenza morale che lo ispira. È un docun:iento politico che deve essere giudicato dalla nobi_ltà degli intenti e dal bene che può fare contribuendo ad accelerare il processo di dissolvimento interno del fascismo. Molti che non potrebbero e saprebbero decidersi a passare ai partiti di opposizione, potranno trovare nella < Lega Italica> il modo di mettersi a posto con la propria coscienza e colle teridenze più vive dello spirito pubblico. Il dissidentismo che ai dirigenti del Fascismo fu facile conte- -nere coi soliti mezzi adoperati per gli avversari finchè ebbe come protagonisti Misuri, Forni, Sala, Rocca non troverà argini sufficienti ora che . Biblioteca Gino Bi~nco sorge in una nuova luce morale, senza sfondo di beghe personali e in una atmosfera spirituale profondamente mutata. Il malcontento dei < fiancheggiatori >. L'atmosfera spirituale del paese è mutata. Mussolini lo sente evidentemente, ma non sa vederne le cause. Sembra che egli si rimproveri di non aver spinto più oltre la pressione fascista. La rivoluzione non sarebbe stata abbastanza energica. E per ciò si mostra assai seccato per il rimprovero che oramai esplicitamente gli fanno i liberali fiancheggiatori di non aver normalizzato il paese, di lasciar mano libera alla violenza di parte e di portare le istituzioni su una via piena di pericoli. Il Giornale d'Italia in particolar modo s'è fatto eco dello scontento e delle apprensioni dei liberali fiancheggiatori e lo ha fatto ~n questi giorni in una forma cos} accentuata che Mussolini si è sentito in bisogno di dare e d'avere delle spiegazioni al suo direttore. N'è uscita una intervista sorprendente per la sicurezza con cui il capo del governo afferma che tutto va bene, che i liberali sono collaboratori graditi, che la legalità è completa, che i fascisti stanno tranquillamente con le < mani in tasca > e sono anzi ammirevoli per lo spirito quasi francescano con cui sopportano le offese e le violenze avversarie, che le libertà statutarie sono osservate e rispettate, che egli è collaborazionista, che s'è sempre considerato < il servo della nazione, e che se la nazione sarà un giorno stanca di lui se ne andrà < senza sbattere la porta >. Ma la intervista era appena in corso di stampa che la raggiungeva sullo stesso giornale il resoconto di un suo ben diverso discorso pronunziato il 31 agosto sulle pendici di Monte A-

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