La Critica Politica - anno IV - n. 8-9 - 25 settembre 1924

NOTE E COMMENTI 389usciti o ne furono cacciati per non condividere le opinioni politiche del partito dominante. Anch'essa fu fa-· scistizzata come tante altre associazioni e con gli stessi procedimenti. Ma è appunto la qualità fascista o filofascista della grandissima maggioranza dei partecipanti (pochissime le eccezioni : qualche rappresentante di Sardegna e di Romagna) che ha dato alle discussioni e al voto del Convegno particolare importanza. S'è visto questo: fascisti combattenti farsi eco del disagio e dell' insofferenza del paese verso il regime e separare in quanto combattenti le loro responsabilità dai metodi politici della fazione dominante. Tutto -ciò mascherato dalle espressioni e dalle affermazioni che potevano sembrare meno compromettenti ed urtanti. (Una mozione Bergmann venne scartata per_ chè sembrò stesa in tern1ini di diffidenza). Come dire un principio di ritirata strategica dalla posizione che si vede pericolosa e pericolante in quella che, essendo meno compromettente, può offrire ancora delle possibilità. Ritorno quindi all'autono,nia dei combattenti, che è quanto dire rinnegare tutta l'azione svolta da due anni a questa parte per distruggerla. La mozione votata - e che fu proposta dal deputato fascista Viola - è la seguente : ,, "Il Consiglio Nazionale dell' Associazione Nazionale Combattenti, riu• nito a Congresso in Assisi, giudica che la recente esperienza politica ha dimostrato come l' indipendenza del1' Associazione, base imprescindibile della sua esistenza e della sua autorità morale, non possa seriamente attuarsi se non attraverso la più chiara ed effettiva autonomia di azione ; ritiene che al disopra delle fazioni in lotta sia oggi urgente ristabilire nella sua piena e assoluta efficienza l' imperio della legge, condizione elementare del libero svolgersi della vita di Biblioteca G·no Bianco un popolo civ ile; e mentre ammonisce che non si debbono riabilitare i partiti che disonorarono e svalutarono la vittoria, impedendo il ritorno al periodo di vergogna dell'immediato , dopo guerra, rileva la necessità che si rafforzi più nettamente la separazione fra Governo e Partito; dichiara al combattente che regge le sorti della Nazione che i suoi commilitoni sorreggeranno la sua opera in quanto essa ispirandosi ai concetti ideali scaturiti da Vittorio Veneto e riconsacrati dallo spirito che lo condusse al potere, sia effettivamente rivolta al fine di assicurare all' Italia un'alta concordia civile sulla base dell'assoluta condanna degli illegalismi superstiti, della sovranità esclusiva dello Stato, secondo la tradizione e lo spirito del nostro Risorgimento, della elevazione dello spirito e delle -forze del lavoro nel rinato amore della Patria "" Con un po' di buona volontà si può pure trovare che con questa mozione il Convegno dell'Associazione ha voluto riconfermare tutta la sua fiducia nel Governo di Mussolini (cifre della votazione: 311.240 contro 3.500 rappresentati dai combattenti della provincia di Sassari) come in un primo momento ha affermato l'organo mussoliniano. " La serena ed alta parola dei combattenti - commentava infatti il Popolo d'Italia del 30 luglio - sarà ascoltata dal commilitone che regge le sorti del Paese e che vuol condurre il paese all'apogèo della gloria. È la sua medesima parola. Non di oggi. Di oltre un anno a questa p~rte. Da quando - si può dire - conquistò il potere ,,. E invece il commilitone - smentendo subito il suo organo personale - dichiarava irritato: " l'ordine det giorno di Assisi non mi piace ,, I Il Consiglio Nazionale Fascista. Questa dichiarazione fatta prima in una lettera all'on. Arpinati, venne poi ripetuta e illustrata al Consiglio Na--

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