386 ~A CRITICA POLITICA che si spinge fino alle falde del Resegone e nel quale sono gli ex-Comuni di Acquate (la fantastica patria dei Promessi Sposi) Germanedo e la frazione di Belledo incorporata nel comune nuovo. La manzoniana Pescareismo fece sempre parte del vecchio Comune di Lecco. Faccio notare che fra Lecco e Laorca ultimo dei comuni aggregati, in 3 km. e mezzo di strada si supera un dislivelo di quasi 300 metri d'altitudine sopra un'unica strada disagevole. Di più, mentre_ Lecco ha aspetto e servizi municipali di cittadina, gli altri comuni ~ono an~ora sotto ogni aspetto comuni rurali e semi-industriali. Ecco brevemente la situazione dei sette comuni e mezzo che con un colpo di bacchetta magica del Duce onnipossente (meglio già onipossente) divennero d'un colpo un Comune solo. E veniamo ai risultati che sono quelli che interessano direttamente, non foss' altro che a titolo di esperienza, la nostra causa. · Quando si incominciò, per opera della ex-Giunta Comunale moderata di Lecco e di direttori del Fascio Lecchese a parlare ed a ventilare l'idea dell'unificazione dei Comuni (settembre 1923) quasi tutti i cittadini del Vecchio Comune furono entusiasti del progetto mentre tutti i cittadini dei comuni che dovevano essere poi aggregati si dichiararono immediatamente decisi avversari del progetto stesso. Dico < tutti quelli che dovevano essere poi aggregati> perchè il memoriale portato a Roma ne considerava come aggregabili altri due che si trovano però al di là del Lago di Lecco e dell'Adda, Pescate e Malgrate. Ne.anche a farlo apposta i cittadini di questi due comuni erano gli unici favorevoli alPaggregazione, ma questa non avvenne perchè Mussolini, alla presenza dei commissari lecchesi, data un'occhiata napoleonica alla carta geografica sentenziò: < Signori, non posso accordarvi l'aggregazione di Pescate e Malgrate, perchè i fiumi e i laghi hanno sempre diviso, non che i paesi, le Nazioni e gli Imperi>. Inutile dire che i nostri buoni padri coscritti tornarono a casa pieni d'ammirazione per la mirifica coltura storica-geografica del Duce, emulo, in questo caso, del buon Marangoni. Chiusa la parentisi. Le ragioni per le quali i cittadini di Lecco erano favorevoli al grande Comune e quelle per le quali i cittadini dei piccoli erano contrari erano così meschine e locali che non vale la pena di riferirle. Venne il decreto, le amministrazioni singole· (strano nell' Italia del '23, in questi comuni funzionavano ancora tutte le amministrazioni bloccarde e socialiste elette nel '20 e senza distinzione di partiti, funzionavano, almeno dal lato amministrativo, abbastanza bene) furono mandate a ipasso e venne il nuovo Commissario. Credo che poche volte un funzionario italiano e per di più un funzionario intelligente e competente abbia riportato un così insigne e meritato fiasco, fiasco tale da costringerlo dopo af)pena 6 mesi (15 luglio 1924) ad allontanarsi e a <dimissionarsi>, disperato, da una lucrosa funzione. Il commissario, certo cav. Raimondi, ex segretario generale d'un grosso comune della provincia di Milano e ex-commissario regio del Comune di Varese dopo < la cacciata dei rossi 1 > venuto col mandato di trasformare in una unica città 7 paesi, infilò, non per mancanza di competenza nè per sua colpa, ma per ragioni di insopprimibili diritti e della necessità di vita dei singoli comuni, una serie di dìsastrose esperienze. Biblioteca Gino Bianco
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