La Critica Politica - anno IV - n. 8-9 - 25 settembre 1924

• RISULTATI DELLA RICOSTRUZIONE Un episodio d'imperialismo .... intercomunale L'opera.•.• ricostruttivadel Fascismo va specialmenteguardata inprovincia. ~ / E in provincia infatti che si può meglio vedere, in quanto se ne osservano·da v.icino i risultati e più duramentese ne sopportanole conseguenze,in che consistano le innovazionidel nuovo regime.Ed anche per un'altra ragione: che è appunto nel campo amministrativo - Provincie,Comuni e OperePie - che il Fascismo si è lasciato andare alle innovazioni meno prevedute e meno desiderabili.Su una di queste riferisce qui un nostro collaboratore.Si tratta di una questione locale, · e cioè della storia della unificazione del Comunedi Lecco,ma che è inparticolar modo interessantee istruttiva, come i lettori vedranno. r . Ecco i fatti. Quando nello scorso anno e specialmente nell'ultimo semestre il Duce visto che l'imperialismo non poteva farlo al di fuori dei confini della Nazione si pose a farlo ali' interno, e precipitosamente, senza preparazione, senz~ tener conto degli interessi delle zone interessate e delle infinite necessità economiche,f amministrative e sentitnentali, si mise a sovvertire provincie intere (Lucca, Massa ecc.) ed a creare grandi città sulla carta (Piacenza, Oneglia ecc.) anche i vecchi amministratori liberali-democratici di Lecco credettero giunto il momento di fare il gran colpo e aiutati, anzi stimolati dai fascisti, preparato un ingenuo e superficialismo m~moriale, si precipitarono a Roma, ebbero l'onore d'essere posti al cospetto del Duce che opprovò il memoriale e diede immediate disposizioni per il relativo decreto. La gita dei commissari lecchesi a Roma avvenne negli ultimi .di novembre: il decreto fu promulgato, se ben ricordo, un mese dopo (26 o 29 dicembre 1923) alla vigilia della scadenza dei pieni poteri. Con questo decreto ben 6. comuni e parte d' un settimo venivano conglobati nella vecchia città di Lecco che di colpo da 15 mila abitanti venne portata a circa 35 mila. Il lettore avrà forse presente nella sua memoria, anche se questi luoghi non ha mai visitati, quella che sia presso a poco la conformazione del lecchese per la descrizione che ne fa il Manzoni. Si t~atta nel caso di Lecco non di un grosso comune centrale che sviluppandosi poco a poco rinserri entro se stesso alcuni comuni periferici (come sarebbe, fatte naturalmente le debite proporzioni, per Milano) sl che praticamente s'imponga e sia quindi giusta e legittima la legge che sancisce lo stato di fatto; ma di un grosso Comune (se non per territorio e popolazione, per importanza economica ed industriale) posto in fondo ad una lunga teoria di comuni che si prolungano in una corta e ripida vallata uniti da una sola strada provinciale (Castello di L, S. Giovanni di L, Rancia, Laorca e frazioni); a sud-est della città (cioè verso Milano) un vasto pianoro Biolioteca Gino Bianco

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==