La Critica Politica - anno IV - n. 8-9 - 25 settembre 1924

LA ETICITÀ DELLO STATO 381 -coscienza di uomo e di cittadino, s'invera, con un' ultima affermazione, come coscienza universale. L'uomo che ha rotte le scorze dure della sua falsa individualità è l'uomo -intero, è il vero individuo, partecipe e coop·eratore alla storia del mondo. Una sola legge domina tutta l' Umanità e la vita dello Spirito : la legge morale (razionale); e l'uomo intero adegua finalmente ad essa la sua volontà, facendola per davvero, ed ora solamente, volontà morale e libera. È un ingannevole fantasima della nostra immaginazione, la rappresentazione di questa ideale dialettica di ascensione, come determinantesi entro ·la scala temporale, tanto che l'uomo possa raggiungere l'ultimo grado sottraendosi a tutta la società, per annullarsi nell' infinito spirito. Cosl pensando, si ricade, senz'avvedersi, nella falsa ed astratta veduta intellettualistica (1). Si tratta di valori, e però non soggetti a nessuna genesi temporale, perchè temporale significa contingente, ed ogni valore dello spirito è essenziamente necessario. È una elevazione che compiamo di continuo; è un atto unico e una conquista che affermiamo ad ogni istante con una ideale processua1ità. Ad ogni istante noi neghiamo la nostra singola (empirica) persona, nella· 'famiglia, nella nazione, nella umanità, perchè ad ogni istante la nostra co- -scieuza deve rispondere. ai doveri della famiglia, ai doveri della nazione, a quella Legge infine che domina tutta l'Umanità, a quella unica legge eh' è razionalità o eticità assoluta. In questo svolgimento la legge morale acquista la sua vera concretezza. Un eterno processo dialettico è anche tutta la vita. La Storia, che noi ,crediamo di fissare astrattamente entro epoche ed anni, è lo Spirito che si .svolge con corso ideale e s'afferma, per negarsi, conchiudendo con una nuova positività, che a sua volta si fa termine d'una nuova negazione. Non è pro- -e.esso vano, perchè da ogni negazione non si retrocede al termine primitivo, ma si conquista un nuovo grado. È lo svolgimento dell' Idea come vita del . mondo e storia universale, che non si compie fuori di noi e non richiede già il nostro annullamento, sl bene il continuo concorso, perchè si fa nella -nostra coscienza . .Questo è, se non ci inganniamo, il vero spirito della metafisica di Hegel, e questo Mazzini predicava nella sua dottrina morale agli uomini che anc_ora non riuscivano a comprenderlo: Una nuova religione sostituisce l'antica. Dio si rivela senza intermediari all' Umanità, secondo una legge di Pro- _gresso. L'Umanità è il Verbo vivente di Dio (1). Contro l'egoismo cui conduce la fals~ concezione intellettualistica, la .quale rende impossibile ogni costruzione morale, egli afferma che l'uomo -s'invera solo nella Famiglia, nella Nazione, nella Umanità, sacrificando il -suo benessere d'individuo per il vero bene, perchè una sola è per tutti la Legge. Contro al vuoto e insano individualismo, una parola compendia la -sua dottrina: Associazione. Il fondamento della morale, il fondamento di tutta la vita, è nella coscienza - egli dice - della nostra legge di vita, della Legge di Dio. Senza questa coscienza di sè, senza questa coscienza della propria coscienza, non è dato parlare di uomo. (Doveri, III). (Il seguito al prossimo numero). RODOLFO MORANDI (1) e Non v'avvedete che voi, benedicendo all'ultimo gradino della scala per la quale noi tutti dobbiamo salire, e maledicendo al primo, ci troncate la via?> MAZZINI, Doveri delfuomo, Il. ' Biblioteca -Gino Bianco •

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