La Critica Politica - anno IV - n. 8-9 - 25 settembre 1924

-380 LA CRITICA POLITICA -siero che si svolge da tutte le !llenti, che ci ammonisce della piccolezza della nostra persona, di me, di te, singoli individui, ma ci avverte pure della maestà, della potenza, dello smisurato valore di quello Spirito che alita entro di noi, di quell'unico spirlto che ci fa signori della natura, dell' universo intero. E bene, v'è dunque un legame incorrompibile, un legame che non sarà •dato mai di spezzare, che fa te, me, non inutili atomi d' un universo malefico, ma uomini e cooperatori nella vita del mondo. Noi siamo, straniati dallo ·Spi~ito, organismo decomponibile, corpo, bruta materia; ma noi siamo uomini per lo Spirito che soffia in noi la vita. Chi può affermare mai sovrana la materia e dominanti le leggi del meccanismo? Su che fonderebbe, fuor della sua mente e del suo pensiero, questa blasfemia il negatore dello Spirito? In ogni ora combattiamo, negando, per un bene più grande, la nostra piccola persona, per lo Spirito. Hl. Come entriamo noi partecipi nella vita dello Spirito? per quali gradi si ·svolge la coscienza dell'uomo fino a adeguare, come coscienza intera, lo Spi- , rito?, ossia, come prendiamo noi coscienza di questo svolgimento? La prima negazione che l'individuo fa di sè stesso co1ne persona singola, abbandonata nel vuoto d'un isolamento astratto, (qual'era la veduta della filosofia intellettualistica), si compie nella Famiglia, come genitore, ·sposo, figlio, o sia come uomo che vive stretto in società con altri uomini. Nella famiglia è la pdma affermazione dello Spirito; nella famiglia, pe~ la prima volta, l'uomo percepisce questo legame ideale e realissimo che lo st,ringe ad altri uomini. Percepisce un diritto e un dovere, i due lati che solo astrattamente si possono disgiungere d'un unico rapporto; intende la - _possibilità e comprende la necessità di negarsi come individuo, vano signore d'un fantastico dominio senza limiti e senza fini, per realizzarsi come uomo nella società. La prima falsa forma della sua coscienza, come coscienza d'una asso- :iuta quanto irreale indipendenza, è inverata come coscienza d'uomo, o sia -come coscienza di essere sociale. Questa prima negazione dell'individualità astratta nella famiglia, è quella essenziale, perchè è con essa già conquistata all' uomo la coscienza della Società. L' uomo si nega ancora nella Nazione per farsi cittadino. La sua società s'allarga, egli non si sente stretto solo ai pochi membri della famiglia, ma ad un più vasto cerchio d'uomini; a tutti gli uomini coi quali ha comunità -•di sentimenti e di aspirazioni. La coscienza che l' uomo ha acquistato di ·sè come familiare, si nega per affermarsi più grande e più vasta. La sua personalità, che quasi s'era annullata nella famiglia, acquista la concretezza. ''i rapporti di diritti e doveri s'allargano in un campo più vasto; l'uomo è ,cittadino della Nazione. · Infine l' uomo, come cittadino, un' ultima. volta si nega, per affermarsi . uomo intero e libero nell'Umanità. Egli si sente unito con un comune vin- ,colo a tutti gli uomini ; i suoi rapporti sociali, i suoi rapporti di diritti e doveri si ampliano finalmente per tutta la estensione della Società. La co- :scienza che l' individuo è venuto a prendere gradatamente di sè stesso, come Biblioteca .Gino .Bianco

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==