• LA ETICITÀ DELLO STATO di titano furente, che lacerava il Cielo e malediceva alla Storia. L'enorme festino era finito. L'ebbrezza si smorzava in torpore. Chi potrà più sostenere questo ubriaco barcollante? La natura bestemmiata si prendeva la sua tremenda rivincita sul pensiero, che ·s'era dato a costruire sopra un bancod'arena. Su che fondava il nuovo signore il suo immenso potere ? Chi mai. gli garantiva quella verità cui pretendeva con vana arroganza? Dinanzi al piccolo io che s'affermava vanamente, stava ancora tutta la, natura fredda e impenetrabile, impassibile alla sua folle orgia. S'egli, l' individuo isolato, il piccolo nano, pretendeva di costruirsi per sè tutt'interala Natura e il Cielo, poteva bene quell'altro individuo, quell'altro nano, costruirsi tutt'altra Natura, tutt'altro Cielo - ed ognuno di tutta quella folla· senza numero, distruggere l'opera di tutti g'li altri e rifarla da sè e per sè di nuovo. Spaventosa anarchia del pensiero 1 Pauroso impazzamento di tutte· le menti 1 La dea Ragione, adorata sull'altare, restava muta. Il fulgore ac-- cecante d'una verità irraggiungibile, respingeva tutti quanti le si appressa-• vano per vie traverse. Non poteva essere l'individuo, il piccolo selvaggio delle foreste, il padrone della natura. Il vero e buon Signore del l'Aondo è l' Uomo, il Pensiero, di tutti, la Coscienza, di tutti. Quell'Io grande e creatore che tutti gli uomini tengono serrato nel più profondo del petto; quella Mente eh' è, in tutte le menti, quel Pensiero eh' è in tutti i pensieri. È quel Pensiero che· s'è affermato colla prima mente di uomo e si viene svolgendo, ed è l'anima di tutta la vita, è l'Idea, lo Spirito, di cui gli anelli che svolge la catena. delle diverse civiltà succedentesi nel mondo, sono i successivi momenti .. Dinanzi alla dissoluzione scettica in cui svaniva l'io cartesiano, s'afferma ancora il pensiero, con la sicurezza d'aver raggiunto per la prima volta, ma non per l'arbitrio di un novatore, sl come il grado nuovo che seguisse a tutto lo svolgimento precedente, un fondamento di certezza; d'aver raggiunto,. non, come mèta definitiva, un laghetto d'acqua marcia, in cui ancorarsi per· sempre in una immobilità di morte, ma un oceano nuovo da solcare con ardire alla scoperta di nuovi veri. La verità non è fuori di noi, com'era stato facile credere ancora al pensiero naturalistico, nei secoli delle prime grandi scoperte scientifiche. La verità posta fuori di noi non è più raggiungibile; perchè ?, per il fatto appunto che dal nostro pensiero, o sia coH valore assoluto, per sempre, è posta fuori di sè stesso. Inalza ancora la filosofia dell' idealismo I' insegna di Socrate. Là verità è entro di noi, e non già formata e compiuta, ma da scoprirsi con eterna ricerca, come lo scoprimento a noi stessi della nostra coscienza, eh' è eterno processo. L' intuizione superba di Bruno era per la prima volta nel pensiero moderno affermazione che poteva render ragione di sè : At mihi non opas est terrarutn excurrere fines: - Su/ficit ut mentem subeam. - E con ben altra coscienza e profonda ragione, echeggiava la moderna filosofia la parola d'Agostino: Noli f oras ire; in te ipsum redi; in interiore homine habitat veritas. Qual' è mai il fondamento d'ogni manifestazione di vita? È ben quell'Io che s'afferma ad ogni istante; quella Coscienza, quell' unica grande coscienza eh' è al fondo di tutti gli uomini; è il Pensiero, l' universale penBiblioteca·Gino Bianco
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